I punti chiave
Ci sarebbe una donna dietro la gestione dei contenuti nel gruppo Facebook "Mia moglie", la pagina social in cui venivano pubblicate foto intime di mogli e fidanzate da parte dei rispettivi partner, senza che le dirette interessate ne fossero a conoscenza. Lo riporta il quotidiano La Repubblica. Secondo la procura di Roma, che indaga sulla vicenda ipotizzando i reati di diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti, la persona sospettata si sarebbe avvalsa della collaborazione di un uomo per la pubblicazione dei post e la moderazione dei commenti. La novità sarebbe emersa dalle recenti acquisizioni della polizia postale. I due presunti amministratori del profilo avrebbero utilizzato cellulari intestati a terzi, comprati con sim card anonime, in modo da non poter essere identificati.
Le indagini
Le indagini sul gruppo "Mia moglie" sono partite lo scorso 19 agosto, a seguito di alcune segnalazioni pervenute alla polizia postale da parte di donne che si erano riconosciute in foto e video condivisi sul social dai rispettivi mariti o fidanzati. Come è emerso dai successivi accertamenti, gli iscritti erano soliti pubblicare scatti rubati alle proprie mogli, talvolta anche nei momenti di intimità, dando seguito a una serie di commenti sessisti da parte degli altri utenti. Tra i 32mila membri della pagina vi erano persone di ogni estrazione sociale, culturale e professionale. Il gruppo è stato chiuso a fine agosto, dopo l'avvio dell'inchiesta.
L'eco mediatica della vicenda
La notizia ha generato profonda indignazione, tanto che alcune donne hanno deciso di raccontare pubblicamente la propria esperienza per sollecitare le altre malcapitate a denunciare i rispettivi partner.
Una vicenda analoga ha coinvolto molte esponenti della politica, tra cui la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, le cui foto sono finite su Phica.ue, un forum attivo in Europa dal 2005 (poi chiuso) che raccoglie immagini private e social di volti noti di tv e spettacolo, alimentando le fantasie morbose e sessiste degli utenti. Il presunto gestore del sito sarebbe stato individuato lo scorso settembre a seguito delle indagini condotte dalla polizia postale.