Era stato accusato di aver picchiato e violentato la moglie a più riprese, spesso davanti ai figli. E nelle scorse ore, è arrivato il verdetto del tribunale: condannato a sei anni e otto mesi di reclusione per maltrattamenti e violenza sessuale. Protagonista della vicenda che arriva dalla Toscana è un uomo di 47 anni originario dell'Africa del Nord.
Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, le violenze sarebbero iniziate praticamente subito dopo la loro unione (quando la coppia viveva ancora in Marocco) e sarebbero continuate dopo il loro trasferimento a Pistoia. Sulla base di quanto riportato dalla stampa locale, a far emergere il quadro di continui soprusi che la vittima era costretta a subìre sarebbe stato un episodio concretizzatosi ormai quattro anni fa, nel 2019. In quell'occasione, la donna aveva accidentalmente bruciato la cena e la reazione del marito fu violentissima: prima sfogò su di lei tutta la sua rabbia prendendola a calci e pugni, poi la spinse fuori dall'appartamento nel quale vivevano e la costrinse a dormire sul pianerottolo.
Fu quella, a posteriori, la classica goccia che fece traboccare il vaso: per anni la moglie aveva, a suo dire, subìto in silenzio, cercando di proteggere se stessa e i figli (che oggi hanno rispettivamente 6 e 10 anni) anche e soprattutto per timore di perderli: il coniuge aveva infatti minacciato di toglierle l’affidamento della prole, qualora l'avesse denunciato. Dopo quella sera però, trovò la forza di presentarsi dai carabinieri e di denunciarlo. E ai militari dell'Arma raccontò quindi le numerose vessazioni subìte nel corso della loro relazione (nata da un matrimonio combinato) e non interrottesi nemmeno quando era incinta. Lo straniero si accaniva spesso su di lei e bastava un pretesto, per quanto futile, per far sì che l'aggredisse. Sempre secondo l'accusa, le impediva di uscire per gelosia, la massacrava di botte quando non assecondava le sue richieste, le avrebbe imposto non di rado rapporti sessuali contro la sua volontà.
In un altro degli episodi contestatigli, le avrebbe ripetutamente sbattuto la testa contro il muro. I soprusi sarebbero proseguiti anche nei periodi in cui gli sposi tornavano in Marocco: durante un viaggio nel loro Paese, il marito l'avrebbe malmenata al punto tale da rendere necessario l'accesso in ospedale, causandole lesioni giudicate guaribili in venti giorni. Le aveva anche nascosto il passaporto, per essere sicuro che non potesse rientrare in Italia anzitempo.
Sull'accaduto era stato inoltre avviato un procedimento anche dalle autorità marocchine. La storia potrebbe comunque non essere conclusa, perchè stando a quanto riportato dal quotidiano La Nazione l'avvocato dell'uomo ha annunciato l'intenzione di ricorrere in Appello.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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