Cronaca giudiziaria

I soccorsi, le chiamate, i testimoni: cosa non torna nello schianto di Casal Palocco

Le testimonianze non concordano sui tempi di arrivo dei mezzi di soccorso su luogo dell'incidente e uno degli youtuber si smarca: "Sono un attore"

I soccorsi, le chiamate, i testimoni: cosa non torna nell'incidente di Casal Palocco

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I soccorsi, le chiamate, i testimoni: cosa non torna nell'incidente di Casal Palocco

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A oltre due settimane dall'incidente di Casal Palocco in cui ha perso la vita il piccolo Manuel Proietti, a soli 5 anni, sono ancora tanti i punti da chiarire. Le numerose discrepanze che emergono tra i vari racconti contribuiscono a rendere meno chiara la dinamica di ciò che è accaduto, anche se di punti fermi ce ne sono numerosi, come l'imprudenza e la spregiudicatezza. Tra i tanti nodi che devono venire al pettine c'è quello dei soccorsi, per i quali non collimano i tempi di intervento.

Le discrepanze sui soccorsi

"Dopo quaranta minuti dalle richieste di soccorso arrivava l'automedica e dopo ulteriori venti minuti arrivava l'ambulanza", ha affernato la donna alla guida del Mercedes che si è fermata immediatamente. Sono sue le dichiarazioni che hanno contribuito a mandare ai domiciliari Matteo Di Pietro, lo youtuber alla guida del mezzo. Lo zio dello youtuber alla guida, l'avvocato Francesco Consalvi, ha confermato questa versione nelle dichiarazioni alla stampa, spiegando che il nipote e l'unica ragazza a bordo avrebbero rianimato il bambino in attesa dei soccorsi, arrivati dopo circa un'ora.

Ma questi tempi non coincidono con i verbali dell'Ares, dove risulta che due mezzi sono stati inviati sul posto dalla centrale operativa alle 15.45 e 43 secondi. Il primo è partito da Casal Palocco alle 15.46 ed è arrivato alle 15.53 sul posto mentre il secondo è partito alle 15.47 da Casal Bernocchi, ad Acilia, ed è arrivato alle 15.51. Ovviamente, come sempre accade, questi documenti sono stati acquisiti da chi indaga per verificare tutte le versioni. Ma c'è un altro elemento che emerge dai verbali dell'Ares, dove non risultano chiamate in entrata dai cellulari degli youtuber a bordo del Suv. Sono numerose le segnalazioni che sono giunte per chiedere i soccorsi subito dopo l'incidente ma non dagli occupanti della macchina.

I dubbi sull'impatto

Nel verbale stilato dalla polizia locale che ha effettuato i rilievi sul luogo dell'incidente si trovano dettagli sulla dinamica e anche se non ci sono elementi oggettivi per stabilire la velocità del Lamborghini, ci sono comunque elementi importanti. Dall'esame del fondo stradale, si legge nel verbale a cui ha avuto accesso il Corriere della sera, si legge che "la velocità eccessiva della Lamborghini e la violenza dell'impatto contro la Smart sono avvalorate dall'assenza di tracce di frenata prima dello stesso". Ma se mancano i segni degli pneumatici del Lamborghini sull'asfalto, che indicano una frenata improvvisa, ci sono quelli "di scarrocciamento dopo la collisione, impressi dalla Smart per metri 21.70". In sostanza, la forza d'impatto del Suv contro la fiancata dell'utilitaria è stata tale da provocare un trascinamento di quest'ultima per quasi 22 metri. Ancora da chiarire la manovra effettuata dalla mamma della piccola vittima e anche su questo ci sono due elementi che non coincidono. Gaia Nota, che si trovava a bordo del Lamborghini, dice di non aver visto la luce lampeggiante della freccia durante la svolta a sinistra, l'autista Atac che ha assistito all'incidente, invece, dice di averla notata.

Le dinamiche interne al gruppo

Ma emergono anche altri dettagli dagli interrogatori. In particolare, Vito Lo Iacono, uno dei giovani che si trovava a bordo del Lamborghini al momento dello schianto, e che è anche uno dei volti più riconoscibili dei Theborderline, oggi ammette di lavorare "come attore, personaggio nei video girati per i loro canali". In sostanza, come si evince dalle dichiarazioni pubblicate dal Corriere della sera, si tira fuori dal collettivo e ammette solo una collaborazione esterna. Ma non solo, perché Lo Iacono ha anche ammesso che quelle clip da milioni di visualizzazioni, che attiravano centinaia di migliaia di seguaci, erano solo una messa in scena, un insieme "di scene registrate e poi montate simulando la permanenza all'interno della Lamborghini per tutto il periodo sopraindicato".

Niente che non fosse prevedibile, almeno per chi riesce a vedere questi video con un pizzico di spirito critico, a differenza dei giovanissimi che hanno eretto questi giovani a loro idoli.

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