Inchiesta urbanistica a Milano, ipotesi turbativa d'asta: le gare nel mirino

I riflettori dei pm sono accesi su Piazzale Loreto, Monumentale, Pirellino e le "corti" di via Monte di Pietà nel quartiere di Brera. Per i pm "gravi indizi" dalle chat Catella-Tancredi-Malangone

Inchiesta urbanistica a Milano, ipotesi turbativa d'asta: le gare nel mirino

Nuovi aggiornamenti sull’inchiesta sull’urbanistica a Milano. La Procura meneghina sta approfondendo una serie di operazioni di vendita e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, in particolare nei quartieri di Brera, Loreto e Cenisio, che secondo gli inquirenti potrebbero presentare anomalie procedurali e presunte “condotte di turbativa d’asta”.

Le indagini riguardano in particolare l’amministratore delegato di Coima Manfredi Catella, l’ex assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano Giancarlo Tancredi, il direttore generale di Palazzo Marino Christian Malangone e il direttore del Patrimonio Massimo Marzolla. Nelle carte dell’accusa, le gare sarebbero state “cucite sugli interessi” dell’imprenditore Catella. Nel ricorso in Cassazione presentato dai pm Petruzzella, Filippini e Clerici contro l’annullamento delle misure cautelari decise dal tribunale del Riesame lo scorso agosto, vengono citate le aste relative ai lotti “Cenisio 2/Messina 50” e “Largo De Benedetti/Messina 53”, proprietà comunali con basi d’asta rispettivamente di 38 e 28 milioni di euro.

Uno dei due lotti, “Cenisio 2/Messina 50”, è soggetto a un vincolo di inedificabilità entro 200 metri dal Cimitero Monumentale, per motivi igienico-sanitari e di tutela dei luoghi. La Procura contesta ai soggetti coinvolti di aver cercato soluzioni per aggirare tale vincolo. In un messaggio del 10 marzo 2023, Catella scrive a Tancredi: “Per Cenisio vediamo come trovare la soluzione”. Nei giorni seguenti l’imprenditore avrebbe chiesto la concessione di una deroga da inserire nel contratto preliminare di vendita, compatibilmente con il “cronoprogramma industriale”, perché in assenza di tale deroga “l’inedificabilità del lotto specifico sarebbe pressoché totale”.

Gli atti mostrerebbero inoltre che già nell’aprile 2022 Tancredi avrebbe manifestato interesse per quell’area, scrivendo a Malangone: “Ma noi con le nostre aree Cenisio come siamo messi? Perché ho in adiacenza due progetti di Boeri e Scandurra”, in riferimento agli architetti Stefano Boeri e Alessandro Scandurra, quest’ultimo indagato nello stesso procedimento. Un altro capitolo dell’inchiesta riguarda il progetto di riqualificazione di Piazzale Loreto, nell’ambito del bando internazionale “Reinventing Cities”. Gli inquirenti stanno analizzando i rapporti tra Tancredi e Carlo Masseroli, ex assessore della giunta Moratti e oggi manager del gruppo Nhood. Il 4 marzo 2025, giorno dell’arresto dell’ex direttore dello Sportello unico per l’edilizia Giovanni Oggioni, Malangone avrebbe scritto a Tancredi: “Sto pressando gli uffici per parere Loreto così che possiamo tornare da lui”. Per poi aggiungere: “Deve però capire che è una gara. Non è che possiamo…”, lasciando la frase incompleta. Tancredi replica: “Non si riesce proprio ad evitare la gara…”.

Durante una perquisizione a luglio, Masseroli sarebbe stato trovato in possesso di un appunto che gli inquirenti definiscono “la strategia Masseroli su Loreto”: una serie di indicazioni giuridiche che, secondo la Procura, miravano a individuare provvedimenti del Comune da impugnare al Tar per ottenere vantaggi economici o volumetrici stimati in circa 2,5 milioni di euro. L’attenzione della Procura si concentra anche su possibili abusi edilizi nel centro storico di Milano, dove vigono regole particolarmente restrittive per gli aumenti di volumetria. Nel mirino, l’immobile di via Monte di Pietà 5-7-9, ex sede centrale di UBI Banca, acquistato da Coima nel 2020 e attribuito all’architetto Giuseppe Piermarini, inserito nel catalogo dei Beni culturali.

Catella avrebbe voluto avviare una ristrutturazione edilizia con un progetto firmato da Renzo Piano, che Tancredi avrebbe definito un “problema, molto serio”. I messaggi agli atti mostrerebbero un fitto scambio tra imprenditore e amministratori pubblici. Il 31 gennaio 2022 Catella a Tancredi: “Renzo mi ha anticipato riservatamente dell’incontro che avrete venerdì per chiedermi se potesse indicarvi che stiamo lavorando insieme su Monte di Pietà”. Il 27 aprile, Tancredi a Malangone: “Sto fissando con Coima sopralluogo a Monte di Pietà. Farei partecipare anche Pogliani”, riferendosi a Marco Pogliani, collaboratore vicino al sindaco Giuseppe Sala. Il 14 giugno Catella: “Porta rimane sull’interpretazione opposta”, in riferimento al dirigente comunale Marco Porta, contrario al progetto. Poi il 24 giugno: “Renzo Piano mi sollecita per Monte di Pietà”, ricevendo da Tancredi la risposta: “Penso buone notizie”. Infine, il 28 novembre, dopo un incontro con Porta, Catella: “Ha rimesso in discussione il progetto rendendolo di fatto non attuabile. Significa cancellare 2 anni di lavoro”.

Un ultimo filone d’indagine riguarda l’acquisto dell’ex Pirellino, aggiudicato da Coima all’asta nel 2019 per 193 milioni di euro. Il giorno successivo al rogito, il 25 novembre, una legge regionale ha riconosciuto bonus volumetrici del 25% al progetto firmato da Stefano Boeri.

Su questa operazione pende un ricorso davanti al tribunale del Riesame (udienza fissata per il 21 novembre) con l’ipotesi di induzione indebita a dare o promettere utilità, ipotesi che il gip non ha al momento riconosciuto. Sono indagati, tra gli altri, Catella, Boeri, Tancredi, il sindaco Giuseppe Sala e Giuseppe Marinoni, ex presidente della commissione paesaggio.

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