
"Una volta identificate le 15 minuzie presenti sull’impronta palmare nr. 33, il confronto dattiloscopico ha avuto inizio orientando nel giusto verso la stessa rispetto all’impronta palmare destra di Andrea Sempio". Inizia così il paragrafo della consulenza tecnica di Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli, agli atti dell'inchiesta della procura di Pavia che vede il 37enne indagato per l'omicidio di Chiara Poggi. Impronta, va ricordato, che nella foto che mostriamo appare di colore rossastro per la presenza di un reagente applicato dal Ris di Parma una settimana circa dopo l'omicidio e non per la presenza (finora non riscontrata) di sangue nell'impronta. Nonostante sia priva di sangue, i carabinieri del nucleo investigativo di Milano, grazie a un ragionamento "logico-fattuale", sono comunque dell'idea che si tratti della mano dell'assassino, per via della sua posizione ritenuta innaturale: mezzo palmo schiacciato contro il muro ad una determinata altezza. Sarebbe compatibile, secondo i carabinieri, con una "perdita di equilibrio" dell'assassino.
Leggendo la consulenza, si evince che dopo un'analisi tecnica delle minuzie, i consulenti arrivano alla conclusione di cui ha già dato per primo notizia il Tg1 ieri pomeriggio. "In prima battuta - scrivono Iuliano e Caprioli - l’identificazione dattiloscopica, dell’impronta nr. 33 con il palmo della mano destra di Andrea Sempio, è stata accertata con l’unico cartellino presente in banca dati Afis ed assunto mediante scansione ottica". E concludono: "Al fine di confermare la riproducibilità di tutte le minuzie riscontrate, e l’assenza di artefatti, gli scriventi, ritenevano opportuno richiedere un’ulteriore acquisizione delle impronte papillari di Sempio. Quest’ultima, reiterata in sette esemplari, confermava in maniera univoca la corretta acquisizione mediante scanner ottico e, conseguentemente, l’identificazione della stessa con il palmo destro di Andrea Sempio".
La numero 33, scrivono i consulenti della procura di Pavia, è l'unica impronta di Andrea Sempio tra le otto ritenute utili per una valutazione dattiloscopica, tra quelle ritrovate nella villetta di via Pascoli. Scrivono: "L'impronta 33, evidenziata mediante l’impiego delle ninidrina sulla seconda parete destra delle scale che conducono al seminterrato ove è stato rinvenuto il cadavere di Chiara Poggi, è stata lasciata dal palmo destro di Sempio per la corrispondenza di nr. 15 minuzie dattiloscopiche".
Un'altra impronta utilizzabile, tra le altre, è la numero 8: "evidenziata mediante l’impiego delle ninidrina sul contenitore in cartone per pizza, è stata lasciata dal mignolo della mano sinistra di Stasi, per la corrispondenza di 13 minuzie dattiloscopiche". Altre impronte sono di un falegname che lavorava in casa, e tre non attribuibili a nessuno (queste ultime sempre sul cartone della pizza, ndr).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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