Giancarlo Tulliani, oggi latitante a Dubai, torna sotto i riflettori della giustizia italiana. La guardia di finanza ha dato esecuzione a un decreto di sequestro del Tribunale di Roma per oltre 2,2 milioni di euro, tra immobili, conti correnti e due auto di lusso. L’operazione scaturisce da un’inchiesta iniziata nel 2017, che aveva già portato all’arresto di un’associazione a delinquere transnazionale accusata di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al fisco. Secondo gli inquirenti, i proventi illeciti dell’organizzazione sarebbero stati reinvestiti in beni immobili e mobili, molti dei quali intestati o di fatto riconducibili a Tulliani e alla sua famiglia. Il provvedimento di oggi rappresenta dunque la fase più recente di un lungo lavoro investigativo condotto dallo Scico delle fiamme gialle su delega della Direzione distrettuale antimafia di Roma.
Denaro sporco e lusso ostentato
Le indagini hanno ricostruito un meccanismo sofisticato: ingenti somme di denaro, ricevute tramite società offshore, prive di giustificazione contrattuale, sarebbero state trasferite all’estero e poi reinvestite in immobili e beni di lusso. Un modus operandi che avrebbe permesso a Tulliani di accumulare un patrimonio ben al di sopra dei redditi dichiarati tra il 2008 e il 2015. "Il profitto illecito dell’associazione – spiegano gli investigatori – veniva impiegato anche nell’acquisizione di immobili da parte della famiglia Tulliani, in particolare Giancarlo". Villa, conti correnti e auto di lusso oggi sono dunque sotto sequestro, a tutela dello Stato e della legalità.
Condanna e latitanza
Il Tribunale di Roma ha condannato Tulliani a sei anni di reclusione per riciclaggio. Tuttavia, l’uomo è riuscito a rifugiarsi a Dubai, complicando l’esecuzione delle misure giudiziarie. La latitanza internazionale, spiegano gli inquirenti, non ferma l’azione dello Stato, che con il sequestro mira a colpire il patrimonio accumulato illecitamente e a prevenire ulteriori attività criminali.
Chi è Giancarlo Tulliani
Giancarlo Tulliani è conosciuto soprattutto per il legame familiare con Gianfranco Fini, ex presidente della Camera, essendo fratello della moglie, Elisabetta Tulliani. La sua notorietà pubblica nasce anche dalle vicende immobiliari di alto profilo che lo hanno visto protagonista negli ultimi anni, con compravendite di immobili all’estero tramite società offshore, operazioni che hanno attirato l’attenzione della magistratura e dei media. Grazie a questa connessione familiare e alle sue attività economiche, Tulliani si è trovato al centro di un contesto che unisce politica, imprenditoria e controlli giudiziari, diventando così una figura di rilievo negli scandali finanziari e giudiziari italiani degli ultimi anni.
Il messaggio dello Stato
Il caso Tulliani, in ogni caso, non è solo una vicenda giudiziaria: rappresenta un monito chiaro contro il riciclaggio e la gestione di patrimoni di dubbia provenienza. Sottrarre alla disponibilità del latitante ville, conti e auto significa privare l’organizzazione criminale dei frutti del reato e riaffermare il principio che la giustizia può raggiungere anche chi si trova all’estero.
Con il sequestro di oggi, lo Stato italiano conferma che il lusso ottenuto con il denaro sporco non è mai al sicuro. Resta ora da vedere come evolverà la vicenda giudiziaria internazionale e se Tulliani deciderà di affrontare la giustizia italiana o di restare nell’esilio dorato di Dubai.