
Resterà senza conseguenze giudiziarie la notte violenta di Fedez, che nell’aprile dello scorso anno finì con il pestaggio del personal trainer del cantante Cristiano Iovino. Il pestaggio ci fu, documentato dalle telecamere. Ma la vittima, Iovino, ha ritirato la querela e non ha testimoniato contro Fedez. Il giudice preliminare Enza Maccora, accogliendo la richiesta della Procura, ha archiviato il fascicolo che vedeva “Federico Leonardo Lucia” (vero nome del cantante) indagato per percosse e rissa.
Insieme a Fedez esce di scena il suo guardaspalle Rosiello, che però, a differenza dell'ex marito di Chiara Ferragni, ha ben più pesanti conti aperti con la giustizia, ed è tuttora chiuso in carcere per l'indagine sulle curve di Milan e Inter. In una delle due curve, quella rossonera, navigavano tutti i protagonisti del pestaggio: Fedez, Rosiello e soprattutto il capo della Sud, Luca Lucci, pluripregiudicato per fatti di droga. È Lucci a presentare Rosiello a Fedez, che cercava all'epoca un addetto alla sua sicurezza personale. Ma della spedizione punitiva a carico di Iovino, ha detto Lucci in aula alcuni giorni fa, io non sapevo niente. "Ho trovato un posto di lavoro a una persona, a un mio amico. Un mio amico ne aveva bisogno, l'altro aveva bisogno di sistemarsi, ho cercato di congiungere le cose", ha detto Lucci.
L'aggressione a Iovino risale all'aprile dello scorso anno, ed è la conclusione di una serata inizata nella discoteca The Club in corso Garibaldi: dove era scoppiata una rissa, che secondo le prime indagini era partita a causa delle avances fatte alla giovane Lodovica di Gresy, che però ha poi smentito la sua presenza. L'unica cosa certa è che poche ore dopo parte la spedizione punitiva ai danni di Iovino, che viene braccato sotto casa sua in via Traiano da un gruppo di otto o nove aggressori. Tra loro c'è sicuramente Rosiello, e c'è anche Fedez, immortalato dalle telecamere di sorveglianza. Iovino viene pestato di santa ragione, ma si guarda bene dallo sporgere denuncia: anche in questo caso sembra valere la regola della Curva, secondo cui le questioni "interne" si risolvono senza chiamare in causa polizia e magistratura.
La pace tra Iovino e Fedez viene sancita da un accordo scritto, dietro il quale c'è probabilmente anche il pagamento di una somma di denaro. "Il provvedimento di archiviazione esclude ogni responsabilità del nostro assistito per i noti fatti e rappresenta la miglior risposta al pesante processo mediatico a cui lo stesso è stato sottoposto da un anno", dichiarano gli avvocati difensori di Fedez, Gabriele Minniti e Andrea Pietrolucci. Dall’attività istruttoria, fa sapere l'entourage del cantante, "non sono emersi elementi idonei a configurare il reato di rissa, né prove del coinvolgimento diretto di Fedez. Come evidenziato nel provvedimento, spiega ancora l'entourage di Fedez, risultano assenti sia certificazioni mediche sia la querela da parte della persona offesa, circostanza che ha determinato l’esclusione anche del reato di percosse".
L'episodio del pestaggio a Iovino ha però fatto parte degli elementi che hanno convinto i giudici nei mesi scorsi a tenere in carcere Rosiello, che ora - vista l'aggravarsi della sua posizione processuale - ha scelto anche lui come Lucci il rito abbreviato per limitare i danni. Secondo i giudici l'incarico di Christian Rosiello, ultrà 41enne dalla "indole violenta", come "guardia del corpo" di Fedez fu "deciso da Luca Lucci", il capo degli ultras rossoneri, e "in virtù del rapporto di amicizia" tra quest'ultimo e "il cantante".
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