
La decisione di un Pubblico ministero di Torino di archiviare una denuncia per violenza sessuale sta facendo molto discutere. Come racconta il Corriere della sera, tutto inizia nell'estate del 2021, quando una 17enne esce a far serata con alcune amiche. In base a quanto riportato sulla denuncia, durante la notte le tre incontrano un gruppo di ragazzi più grandi e decidono di proseguire a casa loro. La serata era trascorsa a bere alcool e quando sono salite a casa di uno dei ragazzi hanno continuato a bere. A un certo punto, viene riferito agli investigatori, che due delle ragazze, anche a causa degli effetti dell'alcool, si addormentano sul divano mentre la terza, che non si sentiva particolarmente bene, va in bagno. Esce e decide di sdraiarsi su un letto, dove viene raggiunta da uno dei quattro ragazzi, un 27enne, che si avvicina e le sfila gli slip, quindi abusa di lei.
La ragazza dichiara di non essersi mossa e di essere rimasta immobile, forse per paura. Appena lui si alza lei scappa e raggiunge le altre: le due amiche la descrivono sconvolta e in preda al panico. La 17enne non denuncia subito, trascorrono 8 mesi prima che decida di farlo, spinta dall'insegnante che, notando un cambiamento nel rendimento scolastico la convince a confidarsi con lei. È marzo 2022 e viene depositata la denuncia. Parte l'iter e la ragazza viene ascoltata dagli investigatori, ai quali conferma la violenza e anche l'identificazione del ragazzo che l'avrebbe abusata. Lo stesso fanno le ragazze che si trovavano con lei quella sera e una di loro aggiunge che lo stesso aveva provato a metterle le mani nelle parti intime ma lei era riuscita a scansarsi anche grazie alla presenza dell'amica.
Le indagini vanno filate ma il presunto aggressore sessuale non viene mai iscritto nel registro degli indagati e quel fascicolo non verrà portato avanti per due anni e mezzo, fino a quando l'avvocato della ragazza non chiede un colloquio con il magistrato titolare. Il giorno successivo emerge che è stata chiesta l'archiviazione da parte del pm perché non ci sono "elementi sufficienti all’identificazione del reo" ma anche che "è possibile" che "l'autore del fatto non abbia avuto la percezione del dissenso", visto "anche il contesto complessivo della vicenda".
Ovviamente, l'avvocato decide di opporsi alla richiesta di archiviazione, anche perché la ragazza ha riconosciuto il presunto aggressore e così hanno fatto anche le testimoni. L'avvocato insiste anche a fronte delle precedenti decisioni della Cassazione sul fatto che "il contesto di ebbrezza non sia idoneo a rendere legittimo un consenso mai manifestato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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