Cronaca giudiziaria

"Non sapevo di trasportare clandestini": la giustificazione del camionista

Un camionista serbo è stato condannato in primo grado per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: nascosti nella cella frigorifera del mezzo che guidava la polizia stradale trovò due profughi iraniani a rischio assideramento

"Non sapevo di trasportare clandestini": la giustificazione del camionista

Nel camion che guidava vennero trovati due giovani clandestini originari dell'Iran, nascosti nella cella frigorifera e in pessime condizioni di salute. E per questa ragione, è stato condannato in primo grado dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Rimini a due anni e sei mesi di reclusione per il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Protagonista della vicenda è un camionista di 40 anni originario della Serbia, che tramite il proprio legale avrebbe già annunciato la decisione di ricorrere contro la sentenza. Il motivo? Non sarebbe stato a conoscenza della presenza dei due profughi sul mezzo e sarebbe stato lui stesso a chiamare le forze dell'ordine quando aveva udito alcuni rumori strani provenienti dal rimorchio.

I fatti che gli vengono contestati, stando a quanto riportato dai media della riviera romagnola, risalgono a circa un anno e mezzo fa: era il 15 giugno del 2021 e lo straniero si era fermato a far benzina in una stazione di servizio che si trova nel tratto riccionese della Statale 16 Adriatica. Durante le operazioni di rifornimento, la sua attenzione sarebbe stata catturata dal rumore sempre più insistente che arrivava dall'interno del veicolo. Preoccupatosi, avrebbe allertato la polizia stradale, chiedendo l'intervento di una pattuglia sul posto. E gli agenti, una volta arrivati, hanno svelato il mistero: gli autori dei rumori in questione erano due profughi. Sulla base degli accertamenti successivamente condotti si trattava di due ragazzi iraniani, rispettivamente di 25 e 15 anni, che si trovavano nella cella frigorifera del camion. Avrebbero trascorso lì l'intero viaggio, in un ambiente in cui la temperatura non superava i 2 gradi centigradi, mettendo a repentaglio la loro stessa vita. Il rischio che potessero morire assiderati è stato scongiurato dall'arrivo dei sanitari del 118, che hanno prestato loro le cure del caso.

Al tempo stesso però, per il conducente del camion scattarono le manette, nonostante quest'ultimo si fosse più volte dichiarato innocente e all'oscuro di tutto. Lo proverebbe il fatto stesso di aver allertato la polizia quando si sarebbe reso conto di come qualcosa non quadrasse: se avesse avuto qualcosa da nascondere, a suo avviso, non avrebbe agito in questo modo. Una versione che per adesso non sembra aver convinto la magistratura, per quanto durante il processo siano state via via escluse le varie aggravanti a suo carico.

La storia non sembra tuttavia essere arrivata alla fine, perlomeno sul piano giudiziario: il serbo è sicuro delle sue ragioni ed avrebbe dato mandato al suo avvocato di fare ricorso in Corte d'Appello.

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