Cronaca giudiziaria

Open Arms, spunta la lettera alla Merkel: le pressioni sull'Ue contro l'Italia

Il fondatore Camps aveva consegnato all'ambasciatore tedesco in Spagna una lettera per chiedere all'Ue di sbloccare lo stallo sullo sbarco dei migranti: "La Merkel stava lavorando su questo argomento"

Open Arms, spunta la lettera alla Merkel: le pressioni sull'Ue contro l'Italia

Ascolta ora: "Open Arms, spunta la lettera alla Merkel: le pressioni sull'Ue contro l'Italia"

Open Arms, spunta la lettera alla Merkel: le pressioni sull'Ue contro l'Italia

00:00 / 00:00
100 %
Tabella dei contenuti

Articolo in aggiornamento

Altra giornata di udienza sul caso Open Arms. Verso le 9:30 l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, insieme all'avvocato Giulia Bongiorno, è arrivato nell'aula bunker dell'Ucciardone di Palermo. I testi sentiti oggi sono Oscar Camps (fondatore di Open Arms), Inas Urrosolo Martinez De Lagos (medico a bordo della Missione 65) e Ricardo Barriuso Leoz (primo ufficiale sulla nave all'epoca dei fatti).

La lettera per Angela Merkel

I giudici hanno disposto l'acquisizione della documentazione mail delle comunicazioni intercorse con Angela Merkel per richiedere il suo intervento: Camps aveva consegnato una lettera all'ambasciatore tedesco in Spagna per chiedere all'Unione europea un intervento tempestivo al fine di sbloccare la vicenda che si era creata. "Al giudice ho consegnato le mail che ho scritto ad Angela Merkel, la risposta della cancelliera è privata, per cui almeno in questo momento non l'ho trasmessa", ha precisato all'Ansa il fondatore di Open Arms.

Nel corso dell'incontro con l'ambasciatore tedesco a Madrid, risalente al 7 agosto, è stata affidata la richiesta affinché la Commissione europea si impegnasse per favorire la collaborazione e parlare dell'atto che impediva di entrare in una Paese europeo. "L'ambasciatore ha fatto avere la richiesta alla signora Merkel che ci ha risposto che stava lavorando su questo argomento e che sarebbero intervenuti nella riunione del Parlamento europeo", ha riferito Camps. In quei momenti si attendeva che l'Ue si determinasse a rimuovere quel decreto.

Nello specifico era stata posta l'attenzione sul processo per la distribuzione dei migranti e dei rifugiati tra i diversi Stati membri. "Questo meccanismo può essere attivato solo su richiesta di uno Stato membro. Noi siamo convinti che la Germania, che si è sempre augurata l'attivazione di un meccanismo di solidarietà, possa essere lo Stato ideale", è il contenuto riportato dall'Adnkronos. Ci si era appellati alla Commissione europea per un intervento di solidarietà in modo da avviare un meccanismo di distribuzione.

In una seconda lettera era stato chiesto un nuovo aiuto, sottolineando la situazione "estremamente grave" a bordo. In quell'occasione era stato denunciato il peggioramento delle condizioni fisiche e psichiche dei migranti. "La preghiamo di fare tutto ciò che è in suo potere per mettere un sicurezza le persone a bordo e che ci venga dato un porto sicuro dove potere fare sbarcare i migranti", sarebbe stata la conclusione.

Il giallo sui finanziatori

L'avvocato Giulia Bongiorno - formulando domande a Camps e citando un passaggio del diario di bordo - ha affermato che la Alan Kurdi aveva chiesto di poter trasferire dei migranti alla Open Arms il primo agosto 2019, ma aveva incassato il rifiuto "perché mancano le condizioni legali per un accordo".

"Senza autorizzazione della Guardia costiera non possiamo organizzare trasferimenti", sarebbe stata la risposta del fondatore di Open Arms. Che ha lasciato a bocca aperta la difesa di Salvini. Inoltre, quanto alla natura privata dei finanziamenti dell'organizzazione, l'avvocato Bongiorno ha chiesto di poter conoscere i nomi. "Credo siano pubblici...", avrebbe replicato Camps.

Camps: "Abbiamo salvato migliaia di migranti"

Dal suo canto Oscar Camps ha voluto difendere l'operato svolto dalla nave, tra interventi e missioni che a suo giudizio sono stati indispensabili per aiutare le persone che si trovavano in una situazione di difficoltà: "In questi anni abbiamo salvato nel Mediterraneo migliaia di vite umane". Tra le altre cose il fondatore ha rivendicato la coordinazione con la Guardia costiera italiana fino al marzo del 2018.

"La Guardia costiera dopo quella data ha finito di coordinare le operazioni con le navi umanitarie. Poi non abbiamo più ricevuto informazioni dalla Guardia costiera italiana, né abbiamo ricevuto alcun coordinamento", sono le parole attribuite dall'Agi a Camps. In sostanza il sospetto è che la modifica dell'atteggiamento possa essere stata apportata in seguito al cambio del vertice della politica di allora.

Camps avrebbe anche puntato l'attenzione sull'emergenza umana e sanitaria a bordo della Open Arms raccontando i momenti vissuti in quelle ore dopo una lunga permanenza in mare, anche in condizioni climatiche ritenute difficili. Sulla nave c'era "molta tensione": mancanza di medicine a sufficienza, addirittura si parla di casi di scabbia. "Erano tutti provati per una situazione assolutamente insalubre", avrebbe dichiarato il fondatore secondo l'Ansa. L'attenzione è stata puntata anche sui tentativi di suicidio e sulle questioni psichiatriche e psicologiche.

Lega: "Parole preoccupanti"

A parlare di un quadro "molto preoccupante" sono stati Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, che hanno espresso totale solidarietà a Matteo Salvini. "Chiedevano aiuto alla Merkel ma volevano sbarcare tutti e solo in Italia, organizzavano la spesa con l'amichetto Richard Gere ma rifiutavano di prendere a bordo i migranti di un'altra Ong, la Alan Kurdi, quando la Open Arms non aveva ancora effettuato salvataggi.

Il tutto senza dimenticare le consuete ombre sui finanziatori privati della Ong", hanno dichiarato i capigruppo della Lega a Camera e Senato.

Commenti