A 5 giorni dalla chiusura dell'incidente probatorio, il consulente della famiglia Poggi, Dario Redaelli, durante l'ultima puntata di Quarto Grado ha reso noto un iter intrapreso dalla parte offesa dell'omicidio di Garlasco: i genitori della vittima avrebbero deciso di far analizzare tutti gli oggetti che Chiara Poggi indossava quando è stata uccisa. "Abbiamo cominciato a fare un inizio di attività sui reperti meno importanti ai fini eventuali di un'indagine genetica. Non abbiamo comunicato nulla alla procura per il momento perché siamo in una fase assolutamente iniziale di questa attività, che è relativa a un oggetto nello specifico, che non era indossato dalla povera Chiara ma che è stato rinvenuto sui gradini della scala", ha spiegato il consulente.
"È un oggetto riconducibile a Chiara come sua proprietà, un monile che Chiara indossava e che durante le fasi... È l'orecchino", ha spiegato ancora Radaelli, il quale ha sottolineato che vestiti e accessori della vittima "sono stati conservati come se fossero delle reliquie e così tutto quello che aveva a che fare con la ragazza". Di questo oggetto si è parlato spesso ma non è stato incluso nell'incidente probatorio in quanto non più nella disponibilità degli inquirenti e a 18 anni dal fatto, un oggetto conservato, per quanto in maniera straordinariamente accurata, dalla famiglia non può offrire garanzie adeguate per un'analisi peritale. La catena di custodia di un reperto è fondamentale e viene garantita dal fatto che ogni passaggio di mano e ogni operazione tecnica sul reperto (apertura, analisi, prelievo) deve essere verbalizzata e documentata in un atto ufficiale, che sia della Polizia Giudiziaria o del consulente tecnico d'ufficio nominato dalla procura o dal Gip.
L'avvocato Francesco Antonio Maisano, commentando il nuovo sviluppo, ha richiamato una recente sentenza della Corte di Cassazione (15 luglio 2025, n. 26031) nella quale viene esplicitamente dichiarato che "la documentazione della catena di custodia, consistente nella tracciabilità di tutti i passaggi che la fonte di prova biologica ha subito dall'individuazione, al repertamento, alle modalità di conservazione fino alla sottoposizione a specifiche indagini forensi, costituisce imprescindibile presupposto perché gli esiti degli accertamenti tecnici possano essere assunti in fase dibattimentale e nel contraddittorio tra le parti quale affidabile prova scientifica. La rigorosa osservanza nella fase dell'acquisizione della traccia biologica dei protocolli di settore è, infatti, funzionale ad assicurare la genuinità della stessa, eliminando il rischio di inconsapevoli contaminazioni o di degradazione e alterazione per fattori ambientali". È probabile e comprensibile che la famiglia, a fronte di un'indagine che vuole togliere ogni dubbio sul caso, abbia deciso di analizzare anche oggetti che ai tempi non furono ritenuti primari.
Tuttavia, se l'analisi dovesse individuare un elemento importante, sarebbe estremamente difficile provare che tale elemento non abbia subito contaminazioni o alterazioni in questi anni, rendendone quasi impossibile l'inserimento come prova valida e affidabile nella nuova indagine ufficiale.