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Garlasco, parla Andrea Sempio: "Mi sono tolto un peso, ma temo vogliano creare un mostro"

Il 37enne commenta gli esiti della perizia Albani sul Dna, ma lancia una nuova stoccata ai risvolti mediatici relativi alle nuove indagini sul delitto di Garlasco

Screen Quarto Grado
Screen Quarto Grado
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Andrea Sempio si apre all’indomani della perizia realizzata dall'esperta incaricata Denise Albani, sul Dna rinvenuto sulle unghie di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007. In un’intervista a Quarto Grado, il 37enne afferma di non sentirsi sorpreso per i risultati, e anzi di essersi tolto “un peso dalle spalle”. Il problema restano i risvolti mediatici, perché continua a vedere “un sacco di interpretazioni un po’ tirate per i capelli”.

L'unica cosa che mi viene da dire è che si parla di linea paterna - ha chiarito alla trasmissione condotta da Gianluigi Nuzzi in merito all’aplotipo Y rinvenuto, che corrisponde alla sua linea patena - e tutti associano all'idea papà, nonno, fratelli, ma in realtà sarebbe la linea patrilineare, che in realtà prende da quando quell'Y, quella linea familiare, si è originata in Italia. Quindi in realtà, fosse anche quello, non è detto che sia per forza un mio parente diretto tutt'oggi. Può anche essere che 500 anni fa, quando si è creata la linea familiare che oggi è portato ai Sempio, in giro in Italia ci siano altre persone che condividono questa cosa e che oggi non siano imparentati con me”.

Sempio aggiunge che sarà importante capire come mai quel Dna con l’aplotipo Y compatibile con la sua via genetica patrilineare sia finito sulle unghie della vittima del delitto di Garlasco. In questi giorni, durante gli incontri con i consulenti ha ripercorso i suoi movimenti nelle stanze di casa Poggi: quelle, ormai note, in cui trascorreva il tempo con l’amico Marco Poggi, tuttavia “ci sono anche tanti altri punti che abbiamo ricostruito”.

Sempio non ricorda l’ultima volta in cui è stato a casa dell’amico: “So che l'ultima volta che abbiamo avuto un incontro, io e Marco, prima dell'evento era stato il 4 agosto, perché ci eravamo visti di sicuro, alla sera. Non ricordo esattamente se in quella data io so fossi entrato in casa o meno. Può essere, è probabile, magari prima di uscire, quando passavamo a prenderlo, magari sono entrato, non lo ricordo esattamente con certezza. Però se non era quel giorno, comunque, sempre in quei giorni lì, se non era il 4, sarà stato comunque nei giorni precedenti”.

In questi giorni sono stati diffuse delle fotografie scattate in via Pascoli il giorno dell’omicidio. Tra le varie persone c’è Andrea con il padre Giuseppe Sempio. Nulla di scandaloso, tanto più che l’indagato ha sempre affermato di essersi recato in quella strada a un determinato orario, per cui quegli scatti appaiono una conferma, però gli “sembra un altro di quei dati che qualcuno vuole rigirare in negativo a tutti i costi”.

Sempio ha anche ricordato che la scelta di non farsi interrogare ancora è legata a una strategia difensiva condivisa con i suoi legali, e ha affermato che non crede che emergeranno prove a suo carico: “Uno degli attacchi che mi arriverà sarà il tentare di creare un mostro, perché se non hai più quello a cui attaccarti, devi colpire da un'altra parte.

Quindi io non credo che dalle indagini verrà fuori qualcosa di particolare, ma sicuramente, qualora dovesse uscire qualcosa, anche di non così negativo, secondo me c'è dietro una grande forza che vuole travisare il tutto. Questo sì. Non guidata dagli inquirenti, non c'entra con le indagini. Parlo del tutto quello che c'è attorno”.

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