Cronaca giudiziaria

Prende a schiaffi le figlie per rimproverarle. Il giudice: "Non è reato"

Un cinquantaduenne padre di famiglia era finito sotto processo ad Ancona per maltrattamenti. Il giudice lo ha però assolto, in quanto il fatto non sussiste

Prende a schiaffi le figlie per rimproverarle. Il giudice: "Non è reato"

Era finito a processo con l'accusa di aver picchiato le proprie figlie (allora) minorenni, quando queste non ascoltavano quel che diceva loro di fare. Il giudice del tribunale di Ancona lo ha però assolto proprio nelle scorse ore, in quanto a suo avviso il fatto non sussiste. Protagonista della vicenda svoltasi negli scorsi anni nel capoluogo delle Marche è un padre di 52 anni, processato per maltrattamenti nei confronti delle due eredi. Stando a quanto riportato dal sito AnconaToday, i soprusi contestati emersero oltre sette anni fa, nel settembre del 2015, quando nell'abitazione in cui i protagonisti della storia vivevano intervennero i carabinieri.

L'uomo avrebbe prima preso a schiaffi, per strada, la figlia più piccola (quattordicenne all'epoca e oggi ventunenne) dopo una bravata commessa da quest'ultima: la ragazzina aveva scavalcato la recinzione che delimitava un passo carrabile della polizia locale e il genitore l'aveva rimproverata duramente. Le aveva rifilato anche uno schiaffo e la giovanissima era rimasta ferita al volto a causa anche a causa dell'anello che portava su un dito della mano. Una volta tornati a casa però si sarebbe sfogato anche con la figlia più grande, all'epoca diciassettenne e oggi ventiquattrenne. Fu proprio lei a riferirlo in aula, durante il processo, in una udienza che si è tenuta a fine ottobre. "Quel giorno mi ha preso a calci sulle gambe - le sue parole - poi mi ha sbattuta sul muro e io ho colpito uno sportello della cucina che era aperto, sullo spigolo. Io ero la figlia cattiva". I vicini di casa allertarono le forze dell'ordine, ma l'allora diciassettenne avrebbe inventato una scusa, dicendo di essersi provocata gli evidenti lividi a seguito di una caduta dalla bici.

La madre delle due ragazzine non sarebbe intervenuta in quel frangente e non avrebbe comunque saputo spiegare il comportamento del coniuge. A denunciarlo fu comunque la primogenita, dopo un nuovo episodio di percosse: a suo dire, l'uomo non avrebbe gradito il rifiuto di lavare i piatti espresso in più di un'occasione da lei e dalla sorella ed avrebbe quindi reagito scagliandosi contro di loro. Gli inquirenti avevano interrogato negli scorsi mesi anche la figlia minore, che pur ammettendo le aggressioni lo avrebbe descritto comunque come un padre premuroso ed avrebbe ammesso anche la propria responsabilità nel primo caso contestatogli.

E con tutta probabilità, è stata proprio questa testimonianza a spingere il giudice verso l'assoluzione, con le motivazioni della sentenza che verranno rese note a breve.

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