
Quando era ancora parroco, era stato accusato di utilizzare i soldi delle offerte dei fedeli e quelli della parrocchia per acquistare sostanze stupefacenti, consumandole poi nei festini a luci rosse per soli uomini organizzati insieme al compagno. Nel dicembre del 2021 aveva patteggiato una condanna a tre anni e otto mesi per spaccio di droga continuato, appropriazione indebita dei soldi della parrocchia e truffa ai danni dei fedeli. E adesso, Francesco Spagnesi si è impegnato a quanto pare restituire alle casse parrocchiali 45mila euro. Lo ha fatto sapere nelle scorse ore la Diocesi di Prato in una nota, comunicando che la parrocchia dell’Annunciazione alla Castellina e l’ex-parroco Spagnesi hanno raggiunto un accordo prevedente la restituzione di una parte dei soldi sottratti indebitamente dalle casse parrocchiali.
Spagnesi si impegna a pagare la somma di 45mila euro a titolo di risarcimento: 10mila sono già stati versati al momento dell’accettazione della proposta, altri 5mila euro saranno pagati entro il 31 dicembre prossimo e la restante cifra sarà liquidata in dieci anni mediante rate mensili da 250 euro ciascuna. L’ex-parroco, dimesso dallo stato clericale, ha anche provveduto al pagamento delle spese legali. Tutto iniziò ormai un quadriennio fa, quando Spagnesi fu fermato (insieme a quello che si rivelò essere il suo compagno) nell’auto in cui fu trovato anche un quantitativo di ghb, la cosiddetta "droga dello stupro". Una scoperta che diede il via alle indagini da parte degli investigatori, i quali ricostruirono una storia non priva di tratti surreali: l'allora don Spagnesi come detto accusato di aver usato il denaro delle offerte dei parrocchiani per comprare sostanze stupefacenti e per mettere in piedi feste per adulti. Dopo il patteggiamento, Spagnesi ha come detto dismesso l'abito talare e ha ripreso gli studi universitari interrotti oltre un ventennio fa, poco prima di entrare in seminario.
Restava tuttavia in piedi la causa civile, intentata dalla parrocchia della Castellina nei confronti dell'ex-religioso e conclusasi lo scorso anno con la condanna da parte del tribunale di Prato ad un risarcimento di 123.180 euro (più interessi). L'intesa successivamente trovata fra parrocchia ed ex-parroco ha quindi permesso a don Spagnesi di ridurre considerevolmente la cifra da versare.
"Siamo giunti ad un accordo che riteniamo onorevole e rispettoso della parrocchia dell’Annunciazione e della persona di Francesco Spagnesi – ha detto il vescovo di Prato, Giovanni Nerbini – era necessario arrivare a conclusione di questa vicenda che tanto dolore ha provocato nella comunità ecclesiale. In primo luogo per la serenità della parrocchia. Questa soluzione ha cercato di ricomporre i criteri di giustizia e di carità”.