
Alberto Stasi non dovrà aspettare chiuso in cella gli sviluppi della nuova indagine sul delitto per cui è stato condannato, e che ora la Procura di Pavia attribuisce a un altro assassino.
La semilibertà che gli è stata concessa, e che la Procura generale di Milano aveva chiesto che gli fosse revocata a causa di un'intervista non autorizzata alle Iene, viene ieri confermata da una sentenza della Cassazione.
È una sentenza che non entra nel merito delle nuove indagini e dei nuovi dubbi sulla colpevolezza di Stasi, e anzi in un passaggio sembra rimproverargli di ostinarsi a non confessare l'uccisione a Garlasco nel 2007 della sua fidanzata Chiara Poggi. Ma sul piatto della bilancia pesa a favore di Stasi il comportamento ineccepibile tenuto in carcere e durante i permessi, che rende l'intervista televisiva solo un peccato veniale.
La Cassazione sottolinea che il Tribunale di sorveglianza di Milano, con il provvedimento che dava la semilibertà a Stasi, «non ha sottaciuto l'esistenza di criticità residue di personalità». Di cosa si tratta? Della «tendenza dell'interessato ad autoproteggersi e ad accreditare all'esterno un'immagine positiva della propria persona». Di questa ostinazione di Stasi, per la Cassazione si dovrà tenere conto realizzando «ulteriori e concrete verifiche».
Nel frattempo, però, bisogna prendere atto che si è guadagnato la semilibertà con il comportamento tenuto sia nel carcere di Bollate, dove è rinchiuso dal 2015 quando la sua condanna è divenuta definitiva, sia durante i permessi premio: che dimostra «la progressiva maturazione del soggetto verso stadi di risocializzazione sempre più avanzati, meritevoli di corrispondente riscontro trattamentale».
Semilibertà confermata, dunque: con la possibilità non solo di lavorare di giorno nello studio di un commercialista, ma anche di passare a casa le serate e l'intero weekend, in attesa dei tre anni (calcolando lo sconto per buona condotta), che gli mancano alla fine della pena.
Ma soprattutto degli esiti dell'inchiesta bis su cui l'ex bocconiano punta per essere riabilitato, quella a carico di Andrea Sempio: che si arricchisce continuamente di nuovi dettagli in vista del deposito della nuova perizia Bps sulle macchie di sangue trovate sulla scena del delitto e che vennero utilizzate per motivare la condanna di Stasi.A metà dicembre, inoltre, si dovrebbero conoscere le conclusioni delle nuove analisi genetiche indicate nell'incidente probatorio davanti al giudice preliminare Daniela Garlaschelli.