Cronaca giudiziaria

"Almeno in 3 hanno toccato la pistola di Pozzolo": la relazione dei Ris

Emanuele Pozzolo resta l'unico indagato per lo sparo di Capodanno ma i rilievi dattiloscopici non hanno permesso di individuare un profilo prevaricante sugli altri dei tre individuati

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Proseguono le indagini sullo sparo di Capodanno durante la festa alla quale era presente l'onorevole Emanuele Pozzolo. Il proiettile che poi ha ferito un operai presente nella struttura affittata dalla sorella di Andrea Delmastro è partito dalla pistola di Pozzolo ma lui ha finora dichiarato di non aver premuto il grilletto quella sera. Lo stub effettuato sulle mani e sugli abiti del deputato è risultato positivo ma i rilievi effettuati dai Ris di Parma, che partecipano alle indagini, hanno stabilito che quella pistola è stata maneggiata almeno da tre persone.

In particolare, il reparto scientifico dei Carabinieri ha rilevato che le altre persone che, oltre a Pozzolo, hanno maneggiato l'arma hanno toccato grilletto, cane e tamburo. Per il momento, l'unico indagato per quanto accaduto è l'onorevole, attualmente sospeso da Fratelli d'Italia e dal gruppo parlamentare. Ma questo non preclude ulteriori indagini che si stanno conducendo, con svariati approfondimenti che devono ancora essere eseguiti. Anche perché, spiega Repubblica, i tre profili che sono stati individuati a partire dalle impronte digitali sono presenti in egual misura, senza che uno sia maggiormente presente di altri. E questo, com'è facilmente intuibile, complica in maniera importante le indagini per risalire alla prova dello sparo.

Di conseguenza, se da questi elementi non si può arrivare a stabilire in maniera univoca chi abbia realmente premuto il grilletto, che ha poi innescato lo sparo il cui proiettile ha colpito l'operaio, la posizione di Pozzolo sul caso si alleggerisce. Nelle conclusioni della consulenza riportate da Repubblica si legge che sono stati rilevati "assetti genotipici complessi di tipo misto, riconducibili verosimilmente ad almeno tre individui, dai quali non è possibile estrapolare alcun profilo di un evidente contributore maggioritario". Tra le certezze che sono state cristallizzate c'è quella che il caposcorta del sottosegretario Delmastro ha toccato l'arma dopo lo sparo, in quanto è stato lui ad aver messo in sicurezza l'arma. Dopo averla presa dal tavolo su cui era poggiata, il caposcorta ha riposto la pistola in uno scaffale alto non raggiungibile agevolmente. Ed è stato lui, all'arrivo dei Carabinieri, a condurli verso la mensola per consegnarla.

Resta l'incognita della terza impronta, sulla quale non si hanno informazioni. La vittima ha escluso di aver toccato l'arma e la terza persona ad averla maneggiata non è escluso sia del tutto estranea ai fatti.

Anche le indagini dattiloscopiche sono state quasi inutili, quindi gli investigatori dovranno continuare a indagare per capire chi sia stato l'autore dello sparo di Capodanno.

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