
Trent’anni di reclusione a Mohamed Gaaloul per la morte di Alice Neri, la giovane mamma uccisa a coltellate nella notte tra il 17 e il 18 novembre 2022 a Fossa di Concordia, nel modenese. La Corte d’assise di Modena ha condannato ieri il 30enne tunisino arrestato a dicembre del 2022 in Francia per omicidio volontario e occultamento di cadavere.
La lettura della sentenza è stata accolta da un applauso dal pubblico in aula, per niente gradito dal presidente della Corte, Ester Russo, che ha invitato i presenti al silenzio. E anche da qualche brusio dei familiari. «Io sono l’unica che esce perdente da tutto», commenta la madre della vittima, Patrizia Montorsi. Il fratello di Alice, Matteo Marzoli, fa fatica a chiamarla giustizia: «Giustizia sarebbe avere qua mia sorella, questa è l’applicazione della legge». Soddisfatti per la decisione, meno dalla vittimizzazione secondaria che c’è stata durante il processo, gli avvocati di parte civile Cosimo Zaccaria e Marco Pellegrini: «È stato un processo complesso, difficile, ma siamo riusciti a dimostrare la responsabilità dell’imputato e anche a proteggere il più possibile l’onorabilità di Alice Neri che in più passaggi, da parte di più soggetti, purtroppo è stata calpestata. Alice era una ragazza eccezionale e ha lasciato tracce di sé in tutti quanti».
L’avvocato di Gaaloul, Roberto Ghini, è pronto a fare appello. Durante la sua arringa aveva chiesto l’assoluzione. Anche l’imputato, mentre veniva accompagnato fuori dagli agenti della polizia penitenziaria, ha ribadito ad alta voce di essere estraneo ai fatti: «Non sono colpevole, lo giuro su Allah». Un intervento che ha sollevato mormorii e insulti in aula da parte di alcuno dei presenti.
I giudici hanno accolto la richiesta dei pm Claudia Natalini e Giuseppe Amara, per i quali gli elementi raccolti in sede di indagine confermavano la responsabilità di Gaaloul oltre ogni ragionevole dubbio. La sera del 18 novembre 2022, dopo il lavoro Alice era uscita per un aperitivo. Al marito aveva detto di essere con un’amica, ma in realtà aveva trascorso la serata in un locale con un collega di lavoro. Poi i due erano andati via in auto separate. Da questo momento in poi si erano perse le tracce della donna, che l’indomani era stata trovata cadavere nella sua macchina. I primi sospettati erano stati il marito e il collega, usciti di scena quando è entrato nell’inchiesta Gaaloul come principale indiziato del femminicidio. Secondo l’accusa Alice lo ha incontrato fuori dal bar, poi il 30enne l’ha uccisa a coltellate e ha dato fuoco al corpo nel bagagliaio dell’auto per cancellare ogni traccia.
A inchiodare l’imputato un video che lo inquadra vicino alla macchina di Alice poco prima del delitto.Gaalou si è sempre processato innocente, ha ammesso di essere stato con la vittima quella sera, ma di essere poi sceso dall’auto lungo la strada.