«E pensare che la vittima sono io. Invece mi hanno condannato». Il gioielliere Mario Roggero, 71 anni, sparò a due rapinatori che assalirono il suo negozio a Grinzane Cavour, in provincia di Cuneo. È stato condannato per duplice omicidio colposo: in Appello gli hanno dato 14 anni e 9 mesi di pena, con uno sconto di tre anni rispetto alla condanna di primo grado, che era stata di 17 anni. Ma pur sempre di condanna si tratta. Lui non si dà pace e continua a professarsi vittima e non colpevole. «Cosa avrei dovuto fare? È stata legittima difesa, se il rapinatore non avesse alzato l'arma non avrei sparato. Le vere vittime siamo noi, nessuno dei familiari dei rapinatori ha chiesto scusa per avere un figlio degenere».
I giudici «non hanno avuto coraggio» di pronunciare una sentenza di assoluzione. All'udienza erano presenti anche amici e sostenitori, come a dire che il partito della «legittima difesa» può contare su parecchi consensi, o almeno su quelli dei commercianti che avrebbero potuto essere al posto di Roggero e che forse si sarebbero comportati allo stesso modo: «L'affetto in cui speravo è arrivato, ho visto miei ex compagni di scuola che non mi aspettavo di vedere, tanti lavoratori tosti sono venuti perdendo un giorno di lavoro». Per di più - fanno sapere fonti leghiste - il ministro Matteo Salvini, da sempre in prima linea per sostenere il diritto alla legittima difesa, gli ha scritto per esprimere «solidarietà a nome di tutta la Lega». Subito dopo Salvini ha ribadito il suo disappunto sulla sentenza su X: «Come si può condannare al carcere chi si è difeso dall'assalto dei criminali? Un abbraccio a Mario e alla sua famiglia. Determinati a rendere ancora più chiara la legge che garantisce la legittima difesa alle persone perbene».
Come erano andate le cose quel maledetto giorno? Il 28 aprile 2021, a Grinzane Cavour, Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli vennero inseguiti dopo la rapina nella ioielleria e uccisi. Spinelli, prima di morire, riuscì a trascinarsi in strada. Qui venne raggiunto e colpito con alcuni calci in faccia da Roggero. L'autista della banda, Alessandro Modica, venne ferito da un proiettile alla gamba e scappò in auto: individuato poche ore dopo, fu arrestato e patteggiò quattro anni e dieci mesi di reclusione. Mazzarino era armato di coltello, Spinelli portava con sé una pistola ad aria compressa, da softair, secondo i carabinieri indistinguibile a prima vista da una vera Glock. I due avevano fatto irruzione immobilizzando la moglie e la figlia di Roggero. Le donne in quel momento si trovavano alle casse. Erano state le stesse telecamere del negozio a immortalare la sequenza in cui il gioielliere usciva dal retro e faceva fuoco sull'auto dei Rapinatori.
«Credevo avessero rapito mia moglie» aveva detto nel processo di primo grado.
Una versione ribadita ieri, con un'aggiunta: Roggero ha raccontato di essere stato spinto anche dal timore che i rapinatori potessero tornare in negozio per uccidere lui e i familiari: «Tanto Spinelli quanto Mazzarino hanno perso la mascherina e mostrato i loro volti. Li avevamo visti in faccia e questo ci ha spaventati tremendamente. Leggevo nei loro volti una profonda collera oltre alla consapevolezza, a quel punto, di poter essere successivamente identificati e riconosciuti».