Uccise la vicina di casa con un'accetta: per lo straniero c'è lo sconto di pena

Il tribunale di Rovereto ha riconosciuto le aggravanti generiche per Ilir Shehi Zyba, reo confesso dell'omicidio di Mara Fait. L'uomo potrebbe beneficiare di un'ulteriore riduzione del carcere

Uccise la vicina di casa con un'accetta: per lo straniero c'è lo sconto di pena
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Aveva confessato l'omicidio della vicina di casa utilizzando un'accetta e gli era stata inizialmente contestata l'aggravante dei futili motivi. Il giudice, al contrario, gli ha tuttavia riconosciuto le attenuanti generiche e lo sconto di un terzo della pena considerando il rito abbreviato. Di più: stando a quanto riporta il sito web Today, Ilir Shehi Zyba, condannato nelle scorse ore dal tribunale di Rovereto a dodici anni di carcere con l'accusa di aver ucciso brutalmente la sessantatreenne Mara Fait, potrebbe beneficiare di un ulteriore sconto di pena di due anni qualora decidesse di non presentare ricorso in appello.

Questo, secondo quanto riportato oggi dalla stampa trentina, l'ultimo capitolo di una vicenda che risale allo scorso anno e che si è svolta in Trentino Alto Adige, nella frazione roveratana di Noriglio. Sulla base di quanto successivamente ricostruito dalle indagini, l'operaio di origini albanesi e l'ex-infermiera sessantatreenne in pensione avrebbero più volte litigato per questioni di vicinato, nel corso degli anni.

Fino al 28 luglio del 2023, quando si è consumata la tragedia: la donna stava rientrando a casa con l'anziana madre sottobraccio, unica testimone oculare, mentre Shehi era impegnato nella cura del proprio orto. Quando quest'ultimo avrebbe incrociato Mara mentre stava a sua volta tornando verso la propria abitazione, l'avrebbe colpita ripetutamente con l'accetta che aveva in mano. E per l'aggredita non ci fu nulla da fare: troppo gravi le ferite riportate. Il cittadino di origini straniere si era costituito subito dopo il delitto ed aveva scelto il rito abbreviato anche alla luce di quanto disposto dal giudice. In un primo momento, la procura della Repubblica di Rovereto aveva infatti contestato all'uomo l'omicidio volontario aggravato da futili motivi ma l'aggravante (che non avrebbe permesso l'abbreviato) non è stata ritenuta sussistente dal giudice.

Il motivo? L'uomo è a quanto pare risultato in uno stato di lite continua con la vittima e da anni tra i due volavano denunce e controdenunce. Su queste premesse, l'accusa è stata invitata a riformulare il campo d'imputazione in omicidio volontario. E alla luce di tutto ciò, l'uomo è stato condannato a dodici anni di carcere, con il giudice che ha inoltre disposto una provvisionale di 100mila euro sia alla madre che al figlio della vittima (oltre all'espulsione di Shehi dal territorio nazionale una volta espiata la condanna).

Mara Fait aveva a quanto pare chiesto l'attivazione del "Codice rosso", ma secondo gli avvocati la domanda era stata archiviata dopo sette giorni. Ma a Zyba, come confermato dal quotidiano Il Dolomiti, potrebbero tuttavia essere abbuonati altri ventiquattro mesi, per una pena che scenderebbe quindi a dieci anni.

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