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"È un uomo". Ok dei giudici al cambio di genere senza intervento chirurgico

Storica sentenza a Enna: il tribunale ha anche attribuito un nuovo nome maschile pur senza intervento chirurgico

"È un uomo". Ok dei giudici al cambio di genere senza intervento chirurgico
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Sì al cambio di genere senza alcun intervento chirurgico effettuato o programmato. Questo quanto stabilito dal tribunale di Enna presieduto da Eleonora Guarnera, a latere Giuseppe Tripi e Rosario Vacirca, accogliendo il ricorso presentato dagli avvocati Lucia Mirabella e Salvatore Timpanaro, per una cittadina italiana che ha ottenuto l'attribuzione del sesso maschile. I giudici hanno anche dato il via libera all’eventuale operazione chirurgica e attribuito, secondo il desiderio del ricorrente un nuovo nome maschile di origine turca che significa "capo".

Protagonista della vicenda una donna nubile e senza figli, nata con caratteri biologici, anatomici e genitali di tipo femminile, che secondo i giudici"ha vissuto, sin dalla tenera età, la propria identità psico-sessuale come maschile”. La ricorrente avrebbe sempre dimostrato la immedesimazione nel genere percepito e vissuto in discordanza con il sesso biologico, nonché che tale situazione di discrepanza, tra il sesso alla nascita e l'identità di genere percepita, è “sempre stata fonte di disagio e sofferenze causati dalle discriminazioni e reazioni di rifiuto provenienti sia dal contesto sociale che, soprattutto, da quello familiare".

Il tribunale di Enna ha dunque accolto le richieste formulate dalla difesa, sottolineando che la connotazione sessuale femminile attribuita alla nascita si sia posta come“impedimento” ad una“completa realizzazione personale della ricorrente”. Una sentenza che si aggiunge a quelle registrate negli ultimi mesi, che hanno riguardato anche minorenni. Il principio stabilito dai giudici è netto: il percorso per la rassegnazione sessuale per via ormonale o chirurgica non rappresenta più un impedimento per cambiare genere.

Un caso molto simile è stato registrato pochi mesi fa a Trapani, dove il tribunale ha riconosciuto a una ricorrente di cambiare genere e nome all’anagrafe senza dover per forza passare da un intervento chirurgico o dalla terapia ormonale. Seguiranno aggiornamenti.

Nell'occasione, i giudici evidenziarono che l'intervento chirurgico modificativo dei caratteri sessuali non incide sulla fondatezza della richiesta di rettifica anagrafica, rimarcando che "nei casi in cui l'identità di genere sia frutto di un processo individuale serio e univoco, l'organo sessuale primario non determina necessariamente la percezione di sé".

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