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"In acque Sar maltesi…". Ma la Ong punta il dito contro l’Italia

Il barcone con 500 migranti a bordo è stato raggiunto dalla Geo Barents e Malta ha assunto il coordinamento delle operazioni ma l'Italia è stata ripetutamente chiamata in causa

Foto di repertorio
Foto di repertorio

Il barcone con 500 migranti che ieri è stato segnalato in zona Sar di Malta è stato raggiunto dalla nave Geo Barents ma l'operazione di recupero non può ancora essere effettuata a causa delle cattive condizioni del mare. "A causa delle condizioni meteo avverse, in questo momento non è possibile effettuare il soccorso senza compromettere la sicurezza dei superstiti, nonché quella dei soccorritori e soccorritrici di Msf", dichiarano dalla Ong. Durante la notte, Alarm Phone ha continuato a puntare il dito contro l'Italia in una serie di messaggi lasciati sui social, rivelando insistenti chiamate al Mrcc di Roma.

"Abbiamo ripetutamente contattato l'Mrcc italiano aggiornando sull'urgenza della situazione. Nella nostra ultima chiamata, ci hanno suggerito di allertare l'Rcc Malta, in quanto autorità competente. Chiediamo alle autorità di rispettare il loro dovere e soccorrere senza ritardi", dichiarano da Alarm Phone in un messaggio lasciato online alle 21.54. Ancora una volta, l'Italia è stata coinvolta in un'operazione non di sua competenza e dal nostro Paese di pretendeva un intervento prima in acque Sar libiche e poi in acque Sar maltesi. Come accaduto già due settimane fa, ancora una volta le Ong hanno effettuato ripetute chiamate all'Italia chiedendo interventi e, di conseguenza, occupando le linee e le risorse con chiamate non necessarie, in quanto quell'episodio non rientra nella sfera di competenza territoriale del Mrcc di Roma.

Infatti, nella notte, le autorità de La Valletta hanno assunto il coordinamento delle operazioni. Oltre alla nave di Medici senza frontiere, sul posto sono presenti due mercantili, "ma non sono equipaggiati per portare a termine una operazione di salvataggio così imponente". Così spiega Alarm Phone comunicando che Malta non ha ancora inviato i suoi mezzi sul posto. Dall'Italia, don Ciotti chiede "che l'Italia continui a fare la sua parte" ma il nostro Paese la sua parte la fa ogni giorno e non si può fare carico di ogni barcone nel Mediterraneo. E sulla stessa linea viaggia anche Marco Grimaldi, vicepresidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, secondo il quale, nonostante il coordinamento assunto da Malta, dev'essere il nostro Paese ad agire: "Dai miei contatti con Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo ho appreso che le autorità maltesi non sono molto reattive, le condizioni del mare sono pessime, l'allarme è in corso: le nostre autorità staranno a guardare?". Secondo il deputato, la cabina di regia di oggi dovrà occuparsi anche di questo caso.

Restano da capire le intenzioni del coordinamento di Malta e non si esclude che venga chiesto il supporto dei mezzi italiani, facendo leva sull'eccezionalità dell'operazione che interessa 500 persone. Inoltre, avendo La Valletta assunto il coordinamento ed essendo arrivata sul posto la nave Geo Barents, nel caso in cui l'equipaggio della Ong dovesse effettuare l'intervento, in punta di diritto i migranti dovrebbero essere fatti sbarcare in un porto maltese, non italiano.

Ma la pressione esercitata sul nostro Paese dalle Ong lascia qualche dubbio in merito.

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