Cronaca internazionale

Nuovi missili, poi la minaccia: "Possiamo attaccare". È alta tensione in Corea

Kim Yo Jong ha dichiarato che l'esercito nordcoreano è pronto a rispondere agli atti ostili del Sud in concomitanza con il terzo bombardamento di artiglieria lungo la linea di confine marittimo in 72 ore

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Per il terzo giorno consecutivo la Corea del Nord ha sparato colpi d’artiglieria verso il confine marittimo con Seul, nel Mar Giallo. I proiettili sono caduti vicino all’isola di Yeonpyeong e, stando a quanto riferito da fonti militari all’agenzia di stampa Yonhap, sarebbero circa una novantina. Questa volta, il bombardamento è stato accompagnato dalle dichiarazioni di una delle personalità più importanti di Pyongyang, la sorella del leader supremo Kim Yo Jong.

Chiarisco ancora una volta che la sicura dell’esercito popolare coreano (Kpa, ndr) è già stata fatta slittare. Come già dichiarato, il Kpa lancerà un attacco militare se il nemico compirà anche solo una minima provocazione”, ha affermato la donna, negando anche il bombardamento di artiglieria di sabato 6 gennaio e sostenendo che si sia trattato solo della detonazione di esplosivi effettuata per ingannare il Sud e testare le sue capacità di rilevazione delle minacce. Da parte sua, l’esercito di Seul ha definito le parole di Kim Yo Jong come “guerra psicologica di basso livello” e ha esortato Pyongyang a cessare le attività militarti vicino alla Northern limit line.

La tensione tra i due Paesi, dunque, è ai massimi livelli da ormai 72 ore. Venerdì 5 gennaio, la Corea del Nord ha sparato circa 200 proiettili verso il confine marittimo, a cui ne sono seguiti altri 60 il giorno dopo. In risposta, l’esercito del Sud ha dato il via ad una serie di esercitazioni a fuoco vivo nelle isole più vicine al luogo dell’impatto dei colpi, Yeonpyeong e Baengnyeong. Le autorità hanno anche ordinato l’evacuazione di entrambi gli atolli e interrotto il servizio di traghetti che li collega alla terraferma. Secondo il Servizio di intelligence nazionale (Nis) di Seul, vi è la possibilità che “la Corea del Nord possa condurre inaspettatamente provocazioni militari o attacchi informatici nel 2024, quando sono previste situazioni politiche fluide con le elezioni” in Corea del Sud e negli Stati Uniti, come già accaduto nel 2016.

Il dittatore nordcoreano Kim Jong Un ha giustificato le sue azioni definendole una risposta alle “mosse ostili senza precedenti” di Washington, il cui esercito ha partecipato nelle scorse settimane ad una serie di esercitazioni con le truppe di Seul. Tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre 2023, inoltre, la Corea del Nord ha mandato i suoi soldati al confine per ripristinare una serie di avamposti smantellati nel 2018 e ha lanciato in orbita il suo primo satellite spie. Una serie di mosse, questa, che ha messo in allerta i quadri militari di Seul.

Il ministero della Difesa del Sud ha dunque ordinato il potenziamento delle forze armate e ha posto Pyongyang di fronte a un bivio: pace o distruzione.

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