L'amministrazione Trump finisce nel mirino del National Trust for Historic Preservation, pronto a trascinare in tribunale il presidente per bloccare la costruzione della nuova, imponente sala da ballo alla Casa Bianca da lui fortemente voluta: il principale gruppo nazionale per la conservazione dei beni storici chiede la sospensione dei lavori almeno fino al momento in cui le commissioni di revisione non abbiano vagliato attentamente il progetto e dato eventualmente il via libera.
Stando a quanto riferito in una nota ufficiale dal National Trust, associazione no-profit istituita dal Congresso e la cui funzione è proprio quella di tutelare la conservazione degli edifici storici del Paese, la causa è stata intentata perché la sua lettera con cui veniva sollecitata l'interruzione dei lavori di costruzione della sala da ballo era rimasta inascoltata. Ritenendo "illegale" l'opera voluta da Trump, il gruppo sollecita la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto della Columbia a intervenire direttamente per bloccare la realizzazione del progetto almeno fino al momento in cui non si concluderanno le procedure di revisione e la consultazione pubblica.
"La Casa Bianca è presumibilmente l'edificio più evocativo del nostro Paese e un simbolo riconosciuto a livello mondiale dei nostri potenti ideali americani", ha dichiarato il presidente dell'associazione Carol Quillen, "in quanto organizzazione incaricata di proteggere i luoghi in cui si è svolta la nostra storia, il National Trust è stato costretto a presentare questa causa". Il provvedimento cita in giudizio il presidente Donald Trumop, il National Park Service, il Dipartimento degli Interni la General Services Administration, inclusi i funzionari che operano presso tali agenzie. A giudicare sulla vicenda sarà Richard Leon, giudice distrettuale nominato da George W. Bush.
"Il presidente Trump ha piena autorità legale per modernizzare, rinnovare e abbellire la Casa Bianca, proprio come hanno fatto tutti i suoi predecessori", ha dichiarato alla CNN il portavoce della Casa Bianca Davis Ingle. L'abbattimento della sala est dell'edificio, la parte contestata al Tycoon, era finalizzata a realizzare un'ampia sala da ballo in grado anche di ospitare grandi eventi come pranzi ufficiali con numerosi partecipanti, un problema segnalato da tanti anni: il fulcro della questione è che, a differenza del solito iter richiesto, il tutto era stato fatto senza un'ampia procedura di revisione pubblica."Nessun presidente è legalmente autorizzato a demolire parti della Casa Bianca senza alcuna revisione, né il presidente Trump, né il presidente Joe Biden, né nessun altro", si legge nella denuncia.
La lettera in cui si esortava l'amministrazione Trump a bloccare i lavori, poi ignorata, era stata inviata lo scorso ottobre: il Trust invitava a "sospendere la demolizione finché i progetti per la sala da ballo proposta non saranno stati sottoposti alle procedure di revisione pubblica previste dalla legge, tra cui la consultazione e la revisione da parte della Commissione Nazionale per la Pianificazione del Capitale e della Commissione per le Belle Arti, e a invitare il pubblico a presentare commenti".
Dalla Casa bianca hanno lasciato intendere di non aver alcuna intenzione di fermarsi: i lavori andranno avanti, pur con la volontà di dialogare col
National Trust. Meno morbido nelle sue dichiarazioni il presidente, che ha definito l'associazione "un covo di sinistrorsi invidiosi" e si è detto invece pronto a proseguire senza compromessi.