Cronaca internazionale

Svolta nell'omicidio Tupac: il suo killer ha finalmente un nome?

Tupac Shakur, rapper hip hop ucciso all'età di 25 anni, potrebbe ricevere giustiza dopo quella tragica notte del 1996 in cui gli sono stati sparati quattro colpi di pistola

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Il caso di Tupac Shakur, uno dei casi irrisolti più noti nel mondo musicale, potrebbe essere giunto ad una svolta clamorosa. Un uomo di 60 anni, Duane Keffe D Davis, è stato arrestato per l’omicidio del celebre rapper, morto il 13 settembre 1996, durante il ricovero per ferite d’arma da fuoco, provocategli il 7 settembre, sei giorni prima del suo decesso.

L'indagine era stata riaperta a luglio, con la polizia del Nevada che aveva perquisito una casa nei dintorni di Las Vegas, la cui proprietaria risultava la moglie di Davis. Le indagini della polizia, in merito all’omicidio di Shakur, si erano concentrate, già dal 2019, su Davis.

L’agguato e la morte

la sera del 7 ottobre 1996, Tupac Shakur, rapper 25enne all’apice del successo, si trovava all’MGM Grand Las Vegas, un casinò situato al 3799 Las Vegas Boulevard South, per assistere ad un incontro di boxe. All’evento c’era anche Orlando Anderson, membro della gang criminale Crips dei Compton, che l'anno prima aveva derubato, insieme ad altri, un membro dell'entourage della Death Row Records, etichetta discografica americana che aveva lanciato la carriera di Tupac. Il rapper, dopo aver notato la presenza di Anderson, si è scagliato contro di lui colpendolo più volte e tutto era stato registrato dalle telecamere di videosorveglianza. Dopo aver picchiato Anderson, Tupac ha lasciato il casinò a bordo di una BMW E38 con un convoglio di diverse macchine.

Tupac e i membri della sua band si stavano dirigendo verso un club di proprietà della Death Row ma, mentre la macchina con a bordo il rapper era ferma ad un incrocio, intorno alle 22:55 di quella sera, un fotografo si era accostato all'auto e aveva chiesto a Tupac di abbassare il finestrino per fargli fare qualche scatto e il rapper aveva acconsentito.

Dopo che l’auto era ripartita, alle 23:10, l’autista che trasportava Tupac si era fermato ad un altro incrocio e il rapper aveva avuto, così, l’occasione di dialogare con due donne in macchina alla loro sinistra per poi invitarle al club in cui stava andando. Poco dopo, si è avvicinata una macchina, una Cadillac, con a bordo un uomo che, abbassando il finestrino, ha sparato 12 colpi contro il posto dove era seduto Tupac; 4 sono stati i proiettili che hanno colpito la star: uno al torace, un secondo al bacino, un terzo alla mano destra e il quarto alla coscia.

Dopo la sparatoria, Tupac era stato trasportato all’University medical Center del Southern Nevada, dove ha subito diversi interventi chirurgici ma il 13 settembre 1996, dopo un apparente miglioramento, è morto a causa di un’emorragia interna.

L'indagine

Per 27 anni, le indagini sulla morte di Tupac Shakur non hanno portato a niente di concreto dato che persino il numero delle persone a bordo della Cardillac è rimasto incerto. L’investigazione ha seguito un nuovo corso nel momento in cui Davis, nel 2019, ha pubblicato il libro, "Compton Street Legend", in cui ha confessato di trovarsi a bordo della Cardillac da cui sono partiti i colpi di pistola. Davis ha detto di essersi seduto davanti e di aver fatto scivolare una pistola sul sedile posteriore, da dove partirono i colpi. Sul sedile posteriore era seduto suo nipote, Orlando Anderson, noto rivale di Shakur, con cui aveva dato luogo ad una rissa prima che entrambi lasciassero il casinò in cui si teneva l’incontro di boxe.

La confessione di David dato modo alla polizia di focalizzarsi sulla pista che portava a lui fino a giungere all’arresto di oggi.

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