Londra dice sì alla castrazione chimica: inizia la sperimentazione sui volontari

Nel Regno Unito si procede con la sperimentazione sulla castrazione chimica per i condannati per reati sessuali, ma si tratta di una procedura da eseguire solo su volontari

Londra dice sì alla castrazione chimica: inizia la sperimentazione sui volontari
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Avrà presto avvio in Gran Bretagna la sperimentazione sulla castrazione chimica. Come annunciato dal governo laburista guidato da Keir Starmer, la procedura sarà applicata in venti carceri presenti nel Paese e solo su soggetti volontari. Si tratta di un enorme passo per quanto concerne la pena da applicare sui reati sessuali, un'iniziativa che non mancherà di far discutere. Al momento, come spiegato dal ministro della Giustizia Shabana Mahmood, si procederà su base volontaria, ma non è detto che in futuro questo metodo non diventerà addirittura obbligatorio.

Per adesso sono venti i carceri sul territorio del Regno Unito ad aderire a questa novità. La castrazione chimica verrà effettuata solo su coloro che sono stati condannati per reati sessuali. Le prigioni coinvolte nella sperimentazioni si trovano nel sud-ovest dell'Inghilterra. Mahmood sta valutando l'implementazione nazionale e la possibilità di renderla obbligatoria, anche se non sono state ancora date delle tempistiche.

Intervistato da BBC, il professor Don Grubin, esperto di psichiatria forense, ha affermato di non credere che il governo "avvierà l'obbligatorietà" perché ciò "sarebbe molto immorale" e "la maggior parte dei medici che conosco sarebbe contraria". Sicuramente si tratta di un argomento controverso che porterà a molteplici discussioni.

Per indurre la castrazione chimica si procede con la somministrazione di alcuni farmaci, che saranno assunti mentre il condannato sta seguendo anche un trattamento psichiatrico. Questo tipo di trattamento è stato già impiegato in Germania e Danimarca, dove si procede solo su base volontaria, mentre in Polonia esiste già l'obbligatorietà ma solo in caso di episodi molto gravi.

In Gran Bretagna la strada sembra ormai presa. "È fondamentale che questo approccio venga adottato insieme a interventi psicologici mirati ad altre cause della delinquenza, come l'affermazione di potere e controllo", ha dichiatato il ministro Mahmood durante il suo intervento alla Camera dei Comuni.

"Per alcuni, la delinquenza è legata al potere, ma per un altro sottogruppo di autori di reato, la combinazione di soppressori chimici e interventi psicologici può, a nostro avviso, avere un impatto significativo e positivo", ha aggiunto.

Qualcuno, però, esprime già preoccupazione per i possibili effetti collaterali dei farmaci.

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