Terrorismo

La mente dell'attacco e la doppia spada: chi ha pianificato il massacro a Mosca

Sanaullah Ghafar, dal 2020, è la mente e il leader dell'Isis-k: a lui si deve la trasformazione del gruppo in una multinazionale del terrore e la formulazione della tattica della "doppia spada"

Sanaullah Ghafar, il leader dell'Isis-k: il gruppo che ha attaccato la Russia

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Sanaullah Ghafar, il leader dell'Isis-k: il gruppo che ha attaccato la Russia

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Mentre la comunità degli analisti si accapiglia attorno alle ipotesi sulla "vera" matrice dell'attentato alla Crocus City Hall di Mosca, la pista dell'Isis-k assume una sua concretezza, chiarezza e dignità. Non solo per via dei sommovimenti nel Caucaso ex-sovietico, ai margini della cronaca internazionale, ma anche per una serie di dettagli che riguardano l'operazione nonchè l'iconografia dell'attentato stesso, che riportano alle modalità di azione tipiche del Khorasan.

Chi è Sanaullah Ghafar

Il gruppo ha reso chiari i propri obiettivi sin dal 2020, agendo su scala locale per progettare in grande, su scala globale. Ergo, ciò a cui forse stiamo assistendo è un salto di qualità che potrebbe non riguardare soltanto la Russia. I nemici dell'Isis-K sono ovunque nel mondo e non risparmiano nessuno, nemmeno i propri correligionari. Potremmo dunque aspettarci una nuova stagione di grandi attentati, terribili negli esiti e altamente scenografici nella progettazione, come quello di venerdì sera.

Come tutte le organizzazioni islamiste, l'Isis-k è un universo pluricefalo con numerosi leader. Fra questi Sanaullah Ghafar: origini indiane, ingegnere, in passato accreditatosi presso il clan degli Haqqani, oggi viene considerato il capo del Khorasan. Un uomo spietato animato dal sogno di un nuovo gigantesco califfato che unisca Pakistan, Iran, Afganistan ma anche il resto degli -stan, in particolar modo Turkmenistan, Tagikistan e Uzbekistan. Un vero incubo per Vladimir Putin, redivivo dalla guerra in Cecenia. Un'ossessione che lo ha portato a mettere sul libro paga del Cremlino un macellaio come Ramzan Kadyrov, per tenere a bada la provincia più ribelle dell'ex impero sovietico, consentendo a costui qualsiasi tipo di richiesta e reprimenda nei confronti di Mosca.

La "doppia spada" dell'Isis-k

Ghafar, oggi noto come Shahab al-Muhajir, sarebbe divenuto leader del gruppo nel 2020. Il sedicente emiro ha consentito all'intera organizzazione una vera e propria diversione militare e ideologica a danno della Russia, in seguito alla rocambolesca fuga degli Americani dall'Afghanistan nell'estate del 2021. Il gruppo aveva già fatto di Mosca un suo target: non bisogna dimenticare, infatti, l'attentato alla metropolitana di San Pietroburgo che nel 2017 uccise 15 persone. Venendo ai giorni nostri, Anche l'attentato sventato nella sinagoga di Mosca poche settimane fa (in concomitanza con l'allerta diramata dagli Stati Uniti) sarebbe legato al gruppo Khorasan.

Ghafari non è mero leader politico del gruppo, ma è stato autore di una vera rivoluzione nelle tattiche di combattimento. Si tratta della cosiddetta "doppia spada", che combinerebbe attacchi nelle città (come nel caso di Mosca o San Pietroburgo) con tattiche di guerriglia che lavorano ai fianchi di specifiche realtà. Il messaggio che ne deriva è che nessun luogo e più sicuro e che il Khorasan può agire in maniera teatrale, seminando vittime in contesti metropolitani ma anche periferici. Ma perchè il Khorasan ha dichiarato guerra a Putin? Per rispondere a questa domanda basta scorrere l'elenco degli interventi russi all'stero negli ultimi anni: quello in Siria a sostegno di Assad nel 2015, ma anche quelli in Cecenia e in Afghanistan. Il gruppo, infatti, accusa lo zar di avere nelle sue mani sangue musulmano che dovrà essere lavato via.

L'attentato a Kabul e la taglia su Ghafari

Ghafar era stato dato per morto nel 2023: un anno prima gli Stati Uniti avevano messo sulla sua testa una taglia da dieci milioni di dollari scatenando la caccia all'uomo. Da quello che sappiamo, e dalla trasformazione dell'Isis-k in un'organizzazione macroscopica transnazionale, potrebbe essere invece ancora vivo. Il programma Rewards for Justice del Dipartimento di Stato americano aveva, infatti, offerto la ricompensa per informazioni che portassero all'identificazione e alla localizzazione del leader dell'Isis-k in seguito all'attacco terroristico del 26 agosto 2021 all'aeroporto di Kabul.

L'uomo era stato ritenuto responsabile dell'approvazione di tutte le operazioni Isis-K in Afghanistan e dell'organizzazione dei finanziamenti per condurre gli attacchi. Il 22 novembre 2021 il Dipartimento di Stato aveva desegnato Ghafar come terrorista globale ai sensi dell'Ordine esecutivo 13224, mentre la formazione del Khorasan era già stata bollata come tale dal 2015. L'attentato sucida contro l'aeroporto era avvenuto mentre Stati Uniti e altri governi conducevano l'evacuazione su larga scala dei loro cittadini e degli afghani vulnerabili dal Paese.

Nell'attacco erano morte circa 185 persone inclusi i 13 membri dei servizi statunitensi che supportavano le operazioni di evacuazione.

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