Passato alla cronaca come l'omicidio di Hello Kitty, il caso del cranio rinvenuto all'interno del peluche resta uno dei più agghiaccianti della storia. Si tratta di una vicenda avvenuta nel 1999, ma che ancora oggi lascia sconcertati.
Il macabro ritrovamento
Tutto comincia nel '99, quando una ragazzina di tredici anni si presenta alla stazione di polizia Tsim Sha Tsui di Hong Kong. Parlando con gli agenti, la minorenne spiega di essere terrorizzata da una presenza che infesta la sua casa. La giovane è convinta che un fantasma la stia perseguitando. Dopo aver ascoltato lo strano racconto dell'adolescente, i poliziotti decidono in ogni caso di accompagnarla fino all'abitazione. Una volta lì, però, si trovano di fronte a qualcosa di sconcertante.
Giunti all'appartamento di Granville Road, infatti, i poliziotti trovano tre borse contenenti i resti smembrati di una donna. Non solo. All'interno di un peluche di Hello Kitty si trovavano altre parti del corpo, nello specifico il cranio. Da qui le indagini, che hanno portato alla ricostruzione di una vicenda a dir poco orribile. Interrogata dalla polizia, la minore confessa qualcosa di inimmaginabile: era scappata di casa e si era unita al gruppo di Chan, un gangster locale. Frequentando quelle persone, che facevano costante uso di metanfetamina, aveva assistito a un terribile omicidio.
Fan Man-yee
I resti rinvenuti nell'appartamento e all'interno del peluche di Hello Kitty appartengono a una giovane donna di nome Fan Man-yee. La ragazza lavorava in un night club di Hong Kong, e in poco tempo aveva accumulato un debito di circa 20mila dollari nei confronti di Chan Man-Iok, un boss locale. Non potendo riavere indietro i soldi, il clan aveva deciso di vendicarsi.
Fan era stata quindi rapita, seviziata e violentata. La tredicenne aveva assistito a tutto questo. Fornendo la propria testimonianza in tribunale, la ragazzina ha spiegato che Fan era stata torturata con oggetti incandescenti, poi colpita con dei tubi, infine legata con le mani incrociate sopra la testa e usata come un sacco da boxe. Non sarebbero neppure mancate le violenze sessuali. Fan Man-yee era morta all'età di ventitrè anni dopo giorni di agonia, giorni di costanti torture e vessazioni. Era il 15 aprile 1999. Ritrovandosi con un cadavere, gli aguzzini della giovane avevano deciso di bollirlo e poi smembrarlo. Il cranio fu poi cucito dentro un peluche di Hello Kitty.
Il processo
Le indagini hanno portato alla cattura dei responsabili. A finire in manette non solo Chan Man-lok, ma anche Leung Wai-lun e Leung Shing-cho. Presente alle torture delle giovane anche la tredicenne, Lau Ming-fong, che però decise di collaborare con la polizia. Lau ha ottenuto l'immunità proprio grazie alla sua testimonianza. I tre uomini, invece, sono stati condannati all'ergastolo. Rilasciato nel 2011, Leung Shing-cho è tornato nuovamente dietro le sbarre per aver abusato sessualmente di una bambina.
Il caso, ricordato ancora oggi, ha sconvolto la popolazione locale.
"Mai a Hong Kong negli ultimi anni un tribunale ha sentito parlare di tale crudeltà, depravazione, insensibilità, brutalità, violenza e cattiveria. Il pubblico ha diritto alla protezione da persone come te", dichiarò il giudice Peter Nguyen, come riportato dal Washington Post.