Guerra in Ucraina

"Deportazione forzata dalle regioni occupate": la decisione di Putin

La legge prevede inoltre che si potranno svolgere elezioni o referendum nelle regioni occupate solo col consenso del ministero della Difesa di Mosca o dell'Fsb

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La Russia ha approvato alcuni emendamenti che prevedono la possibilità della "deportazione forzata e controllata" di persone dai territori in cui è stata introdotta la legge marziale, e quindi le regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, in parte occupate dalle truppe russe. La fumata bianca è arrivata dalla Duma, il ramo basso del parlamento russo, che ha autorizzato le modifiche in terza e ultima lettura.

Il disegno di legge della Duma

Secondo quanto riportato da Novaya Gazeta Europa, il progetto di legge prevede che le forze di sicurezza possano trattenere per 30 giorni le persone accusate di aver violato "divieti e restrizioni" stabiliti dai decreti presidenziali nei territori in cui vige la legge marziale. Nella legge si prevede che si potranno svolgere elezioni o referendum nelle regioni conquistate solo col consenso del ministero della Difesa di Mosca e dei servizi di sicurezza russi (Fsb).

Alla fine di aprile Vladimir Putin aveva firmato un decreto sull'espulsione dai territori occupati, rivolto a coloro che non avevano ricevuto il passaporto russo. La nuova norma è stata introdotta a livello di legge, non di decreto, e prevede misure più stringenti.

Elezioni e legge marziale

Capitolo elezioni. Secondo la legislazione vigente, nel territorio in cui è stata introdotta la legge marziale non è possibile tenere referendum ed elezioni per le autorità statali e governo locale. La legge adottata dalla Duma di Stato chiarisce che questa limitazione non si applica ai casi in cui la decisione di indire un'elezione o un referendum viene presa dalla Commissione elettorale centrale della Russia dopo consultazioni con il ministero della Difesa e il Servizio federale per la sicurezza della Russia.

Come ha spiegato uno degli autori degli emendamenti, il presidente della commissione per l'Edilizia statale e la Legislazione, Pavel Krasheninnikov, ai sensi dell'art.7 della legge "Sulla legge marziale", nel territorio in cui questa è stata introdotta non si possono tenere referendum ed elezioni alle autorità statali, tranne nei casi sopra elencati.

"Allo stesso tempo, le leggi sull'ammissione di nuovi sudditi in Russia stabiliscono che le elezioni dovrebbero tenersi in esse nell'autunno del 2023. Per livellare questa contraddizione e dare ai cittadini l'opportunità di esprimere la propria volontà politica, tali emendamenti dovrebbero essere adottati", ha concluso Krasheninnikov.

L'ombra della deportazione

Il sito Unian ha ricordato che la deportazione della popolazione dai territori occupati è espressamente vietata dall'art.49 della Convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in tempo di guerra del 1949. E che, quindi, in Russia uno dei crimini di guerra è stato introdotto in una norma a livello di diritto.

A maggio, l'OSCE ha pubblicato un rapporto in cui confermava il fatto di mirate deportazioni di massa di ucraini organizzate dai russi. In particolare, il paper ha confermato la deportazione di massa dei bambini, che "viola palesemente" i diritti e gli interessi legittimi dei bambini ucraini.

Alla fine di maggio, l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha riconosciuto come genocidio la deportazione di bambini ucraini in Russia.

La stessa Assemblea ha inoltre approvato un mandato d'arresto per Putin, emesso a marzo dalla Corte penale internazionale.

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