
Puntare sui droni marittimi per prevenire una guerra a Taiwan e difendere l'isola dalle ambizioni della Cina. È questa la strategia che stanno cercando di affinare gli Stati Uniti mentre crescono le tensioni nel Mar Cinese Meridionale. Washington punta ad avere a disposizione una flotta integrata di navi di superficie senza pilota (USV) da poter schierare da qui ai prossimi 18 mesi per infastidire Pechino e ritardare un eventuale conflitto nell'area. La Marina Usa ha appena emesso un invito formale a presentare proposte industriali per realizzare prototipi di USV modulari. Sono richiesti progetti in grado di trasportare carichi utili containerizzati, integrarsi con le risorse navali esistenti ed essere impiegati, appunto, entro 18 mesi dall'assegnazione del contratto.
Gli Usa puntano sui droni marittimi
Come ha spiegato il sito Asia Times, il bando Usa identifica tre concetti di mezzi, dando priorità a quelli in grado di trasportare due container da 40 piedi, ciascuno del peso di 36,3 tonnellate e con una potenza di 75 kilowatt, per oltre 2.500 miglia nautiche a 25 nodi in condizioni particolari. La Marina statunitense privilegia altresì l'accessibilità economica e la scalabilità, con precedenza a progetti commerciali standard e non raffinati, per consentire la costruzione in più cantieri navali. Per dirla in termini ancora più semplici, Washington ha bisogno di un drone semplificato e producibile in serie, allontanandosi dai precedenti programmi specifici per USV di medie e grandi dimensioni.
Questo cambiamento sottolinea l'urgenza della Marina Usa di rendere operativi la letalità distribuita e la guerra modulare containerizzata su piattaforme accessibili e scalabili. Gli strateghi statunitensi considerano infatti gli USV come strumenti per ritardare o interrompere le operazioni cinesi in caso di emergenza a Taiwan. L'ammiraglio Samuel Paparo aveva non a caso dichiarato al Washington Post nel giugno 2024 che gli Stati Uniti avevano scelto di adottare una strategia volta a saturare lo Stretto di Taiwan con migliaia di sistemi senza pilota – sottomarini, navi di superficie e droni – nel momento in cui la flotta d'invasione cinese dovesse lanciare un attacco contro Taipei.
Paparo aveva inoltre spiegato che questo massiccio dispiegamento era stato progettato per paralizzare le forze dell'Esercito Popolare di Liberazione (PLA) cinese per circa un mese, creando una finestra temporale per consentire alle forze statunitensi, taiwanesi e alleate per mobilitare una difesa completa e impedire a Pechino di raggiungere rapidamente il "fatto compiuto".
Così Washington vuole difendere Taiwan
La strategia Usa si estende al teatro operativo filippino. USNI News ha recentemente scritto che gli Stati Uniti stanno potenziando il distaccamento navale Oyster Bay sull'isola filippina di Palawan per supportare le USV, potenziando le capacità di Manila nel Mar Cinese Meridionale. Una struttura finanziata dagli Stati Uniti si occuperà della manutenzione dei Devil Ray T-38 USV già trasferiti alla Marina Militare filippina, insieme alle imbarcazioni convenzionali, consentendo un rapido dispiegamento presso gli avamposti filippini in prossimità di acque contese. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DoD) prevede inoltre di emettere contratti di costruzione entro due mesi, rafforzando la cooperazione marittima bilaterale.
Permangono tuttavia alcuni vincoli tecnici e operativi. Innanzitutto gli USV hanno un raggio d'azione limitato e un'elevata vulnerabilità in ambienti contesi. Le piattaforme di piccole dimensioni richiedono poi una manutenzione frequente, hanno difficoltà a resistere a missioni transoceaniche e impongono un carico logistico alla flotta. Come se non bastasse i sistemi di controllo degli USV basati sull'intelligenza artificiale sono vulnerabili agli attacchi elettronici, con operazioni a lungo raggio soggette a ritardi o intercettazioni.
C'è poi un altro particolare da tenere in considerazione.
A differenza dell'Ucraina, Taiwan e le Filippine non possono contare sui rifornimenti via terra. La Cina può imporre il blocco a Taiwan e potenzialmente impedire alle Filippine di accedere ai rinforzi statunitensi provenienti da Guam utilizzando gruppi tattici di portaerei nel Mar delle Filippine.