
Cresce la tensione tra Venezuela e Washington. Dopo che Donald Trump ha ordinato lo spiegamento di alcune unità della marina militare, Caracas ha risposto, secondo il Dipartimento della Difesa statunitense, in maniera "provocatoria". L'aeronautica bolivariana ha infatti sorvolato con due caccia il cacciatorpediniere Uss Jason Dunham che al momento si trova in acque internazionali, ma molto a ridosso delle coste venezuelane. Dall'account X della Difesa spiegano che "Maduro sta interferendo con le nostre operazioni contro i narco-terroristi" riferendosi all'ultima operazione - portata a termine con successo martedì 2 settembre - che ha visto la distruzione di un'imbarcazione ritenuta carica di droga con a bordo 11 trafficanti del cartello Tren de Agua, un clan molto potente che - secondo gli Usa - sarebbe molto vicino al presidente venezuelano.
I rapporti tra i due paesi non sono mai stati così tesi e ora che l'amministrazione americana ha schierato le sue navi da guerra nel giardino di casa di Maduro la situazione è sempre più delicata. Donald Trump ha chiarito la sua politica anti-Maduro, conosciuto come uno degli ultimi dittatori comunisti del Sud America, molto ostile all'occidente e agli States. E dalle parole si è passati ai fatti. Dopo l'arrivo dei mostri grigi targati Us Navy con a bordo oltre 4000 marines, il compagno Nicolas - presidente del Venzuela dal 2012 - ha voluto mostrare i muscoli rispondendo a Donald Trump con una grande mobilitazione generale. Una chiamata alle armi - iniziata il 23 agosto scorso - che, secondo la stampa del regime, ha visto una risposta positiva di tutti i venezuelani. Secondo la propaganda sarebbero 4,5 milioni ad aver firmato per indossare la divisa della Milizia Nazionale Bolivariana - creata nel 2008 - e ci sono proprio tutti: dal ragazzino all'anziano, passando dal maestro di scuola e arrivando al contadino. Tutte persone che non hanno mai imbracciato un fucile e che dovrebbero essere mandati in prima linea - se mai si dovesse arrivare allo scontro diretto - contro marines altamente addestrati e meglio armati.
Un misero strumento di propaganda - solo così si può definire - attuato dal regime per far vedere agli occhi del mondo che la rivoluzione chavista vive ancora nei cuori del popolo venezuela. Ancora oggi - 5 settembre - gli stand dell'esercito e della milizia vengono montani nelle piazze di città e villaggi, sperando di portarsi a casa altra carne da macello.