Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha reso nuovamente pubbliche 119 pagine dei cosiddetti Epstein files, questa volta prive delle omissis che avevano caratterizzato le versioni precedenti. La decisione riaccende l’attenzione su uno dei casi giudiziari più controversi degli ultimi decenni e rilancia il dibattito sulla trasparenza delle istituzioni federali. Le carte erano già state diffuse in passato in forma parzialmente oscurata; la nuova pubblicazione elimina gran parte delle censure, pur mantenendo alcune tutele a protezione delle vittime e di persone non incriminate. "Documenti e foto continueranno a essere esaminati in conformità con la legge e con la massima cautela nei confronti delle vittime e delle loro famiglie", ha dichiarato il dipartimento in un post su X.
Il Dipartimento sottolinea come il contenuto dei file non rappresenti una svolta giudiziaria immediata, ma offra uno spaccato più completo sul funzionamento delle indagini federali e sui rapporti che Epstein intratteneva con una vasta rete di conoscenze nel mondo dell’alta finanza, della politica e dello spettacolo. Le pagine includono verbali, appunti investigativi e riferimenti a testimonianze raccolte nel corso degli anni, elementi che contribuiscono a chiarire come il caso sia stato gestito prima del suo arresto finale.
Le fotografie appena pubblicate includono scatti di Bill Clinton; dei musicisti Mick Jagger, Michael Jackson e Diana Ross; dell'attore Kevin Spacey; del comico Chris Tucker; e del giornalista Walter Cronkite, che si aggiungono ad altri file precedentemente pubblicati relativi al caso che hanno mostrato diverse figure note legate a Epstein. Le immagini non sembrano mostrare alcuna attività illegale e nessuno degli individui è stato accusato di illeciti in relazione a Epstein.
Delle migliaia di documenti pubblicati venerdì dal Dipartimento di Giustizia, almeno 550 pagine sono completamente censurate, ha riferito la CBS News. Un set di tre documenti consecutivi, per un totale di 255 pagine, è completamente editato, con ogni pagina oscurata. Almeno 180 pagine aggiuntive compaiono in fascicoli che sono per lo più, ma non completamente, redatti, con pagine di copertina, foto di cartelle o altro materiale non redatto seguite da pagine completamente oscurate da riquadri neri.
L’attenzione resta alta anche per il collegamento con Ghislaine Maxwell, già condannata nel 2021 per il suo ruolo nel reclutamento e nello sfruttamento di ragazze minorenni per conto di Epstein. La stampa statunitense evidenzia come alcuni passaggi dei documenti confermino il quadro emerso al processo Maxwell, senza però introdurre accuse formali nuove nei confronti di altre figure.
Il Dipartimento di Giustizia ha ribadito che la ripubblicazione risponde a richieste di trasparenza e a obblighi legali, e che l’assenza di omissis non va interpretata come un atto d’accusa generalizzato. Il dipartimento insiste, inoltre, nel dire che la decisione di censurare i documenti "serve semplicemente a proteggere le vittime". "Stiamo seguendo un processo molto metodico, con centinaia di avvocati che esaminano ogni singolo documento e si assicurano che i nomi delle vittime e qualsiasi informazione che le riguardi siano protetti e oscurati, esattamente come previsto dalla legge sulla trasparenza", ha dichiarato il vice procuratore generale Todd Blanche a Nbc difendendo anche la rimozione di un'immagine che mostrava una foto di Trump. "In quella foto si vedono delle donne e dopo averla pubblicata abbiamo appreso che c'era preoccupazione per loro, quindi l'abbiamo tolta", ha spiegato Blanche.
Dopo gli attacchi da parte dei democratici e delle vittime è stata ripubblicata anche la foto di Donald Trump che era stata rimossa. L'immagine mostra un cassetto di una scrivania con diverse fotografie, tra cui una che ritrae Trump, Maxwell e altri.
La foto era stata diffusa venerdì e poi eliminata dal sito ieri. In una dichiarazione pubblicata su X, il dipartimento di Giustizia ha ribadito che è stato necessario per verificare se fossero necessarie ulteriori censure a tutela delle vittime.