Guerra in Ucraina

La presa di Bakhmut: "Rimane solo nei nostri cuori". Le parole di Zelensky a Biden al G7

I russi dichiarano la presa di Bakhmut, ma Kiev risponde: "Sono in trappola". Nel frattempo Volodymyr Zelensky ha incontrato il presidente Usa Joe Biden al termine del G7, che ha promesso altri aiuti militari

La presa di Bakhmut: "Rimane solo nei nostri cuori". Le parole di Zelensky a Biden al G7
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Si è tenuto oggi, al termine del G7 di Hiroshima, un incontro diretto fra il presidente americano Joe Biden e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Nel corso della riunione fra i due leader si è naturalmente parlato di Ucraina e del conflitto ancora in corso. Zelensky ha inoltre rilasciato delle dichiarazioni sulla situazione di Bakhmut, città presa dall'esercito russo.

La presa di Bakhmut è "solo simbolica"

In queste ultime ore è arrivata la notizia della presa di Bakhmut da parte dei russi. Dopo mesi di scontri, quasi 10, Mosca ha infatti dichiarato conclusa la battaglia. Sono i soldati del gruppo Wagner a dare la comunicazione. Riferendosi a Bakhmut, il presidente ucraino ha però dichiarato: "Dovete capire che non c'è niente, oggi Bakhmut è solo nei nostri cuori".

Dopo mesi di resistenza, malgrado il consiglio di ritirarsi, i soldati di Kiev sono rimasti a combattere. La città ha un forte valore simbolico, le due fazioni combattono da mesi per assumerne il controllo. Bakhmut, ancora chiamata 'Artyomovsk' dai russi, è collocata nell'Ucraina orientale, nell'oblast' di Donetsk, a 20 chilometri dal Lugansk. Prendere la città, significa avere più facilmente accesso ad altri centri urbani come Slovyansk e Kramatorsk, che aprirebbero la strada a nuclei più importanti come Kramatorsk a Severodonestk.

Secondo le forze ucraine, tuttavia, Bakhmut è, appunto, solo un simbolo. Della città non rimane nulla, e l'esercito russo sarebbe bloccato. "Sono come topi in trappola", ha detto Oleksandr Syrskyi, comandante delle forze di terra delle Forze Armate ucraine, come riportato dal Corriere. Il viceministro della Difesa ucraina Hanna Maliar ha ribadito il concetto, precisando che l'esercito ucraino ha semi-circondato il centro urbano ormai ridotto a deserto. "L'avanzata delle nostre truppe nei sobborghi lungo i fianchi, che è ancora in corso, rende molto difficile per il nemico rimanere a Bakhmut. Le nostre truppe hanno preso la città in semi-accerchiamento, il che ci dà l'opportunità di distruggerli. Pertanto, il nemico deve difendersi nella parte della città che controlla. I nostri difensori mantengono il controllo sulle strutture industriali e infrastrutturali e sul settore privato nell'area Litak", ha aggiunto.

Bakhmut

Cosa resta di Bakhmut

Di Bakhmut, dopo tanti mesi di feroce battaglia, non è quindi rimasto quasi nulla. Questo, almeno, quanto riferiscono dalla zona. Distrutto lo stadio, così come il monumento a forma di aeroplano, ricordo della vittoria sul nazismo. Dei 77 mila abitanti non è rimasto nessuno, tutti sono fuggiti.

I droni trasmettono immagini di devastazione. Un residente contattato dal Corriere spiega che quella non è più la sua città. "Quello è solo deserto", racconta il cittadino. Per conquistare Bakhmut, l'esercito russo ha sacrificato molto, ecco perché sono in tanti a definirla come una "vittoria di Pirro", ossia una vittoria ottenuta a un prezzo troppo alto.

L'incontro con Biden e il nuovo pacchetto di aiuti

Nel frattempo dal G7 arriva la conferma per il prossimo pacchetto degli Usa per l'esercito ucraino. Questo includerà munizioni, artiglieria e veicoli blindati. Confermato anche il via libera della Casa Bianca agli alleati, che potranno fornire al governo di Kiev i jet da combattimento F-16, anche se ancora non è chiaro chi li metterà a disposizione.

Oltre a ciò, Biden ha promesso l'invio di altri 375 milioni di dollari di aiuti militari, ritenuti indispensabili per "costruire la capacità a lungo termine dell'Ucraina di difendersi dall'aggressione russa e di scoraggiarla". Il presidente americano, si legge nel comunicato ufficiale della Casa Bianca, ha dunque riaffermato l'impegno degli Stati Uniti a sostenere Zelensky e i suoi uomini.

Zelensky incontra Biden

Tutto il G7 con Kiev

"Tutto il G7 è al fianco dell'Ucraina, non andiamo da nessuna parte", ha dichiarato il presidente Biden al termine dell'incontro col presidente ucraino. Gli Usa "sono pronti a continuare a inviare aiuti militari per rispondere alle immediate esigenze militari, compreso l'annuncio del nuovo pacchetto da 375 milioni di dollari in munizioni ed equipaggiamento, e per costruire la capacità di difesa a lungo termini dell'Ucraina per difendersi e scoraggiare l'aggressione da parte della Russia".

Insieme agli alleati, gli Stati Uniti si impegnano anche ad addestrare i piloti ucraini su caccia di quarta generazione, come gli F-16. Confermato l'impegno a ricostruire l'Ucraina, con tanto di infrastrutture energetiche, e a procedere con quelle riforme necessarie a realizzare "le sue aspirazioni euro-atlantiche".

Il commento di Zelensky

Il presidente ucraino si è detto grato del sostegno americano. Al termine dell'incontro con Biden, Zelensky ha scritto su Twitter di ever ringraziato il presidente Usa "per la significativa assistenza finanziaria all'Ucraina dagli Stati Uniti, che ammonta a 37 miliardi di dollari, e per il nuovo pacchetto di assistenza militare".

"Sono grato per la decisione di addestrare i nostri piloti su moderni aerei da combattimento. Lo scudo aereo può essere completo solo quando i sistemi di difesa aerea a terra sono integrati da moderni velivoli in aria", ha aggiunto Zelensky. "Ora siamo sulla strada per eliminare il gap di capacità.

Quando i nostri piloti conosceranno l'F-16 e quando questi velivoli appariranno nei nostri cieli, avrà importanza non solo per l'Ucraina: questo sarà un momento storico per l'intera architettura della sicurezza in Europa e nel mondo", ha concluso.

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