Leggi il settimanale

Greta arrestata a Londra per "terrorismo". Ora rischia il processo

Rilasciata poi sotto cauzione. La protesta per difendere gli attivisti di Palestine Action

Greta arrestata a Londra per "terrorismo". Ora rischia il processo
00:00 00:00

Dal cambiamento climatico alla guerra in Medio Oriente, dai Fridays for Future alla Flotilla: Greta Thunberg cambia bandiera ma resta l'urgenza di stare sempre al centro della scena. Ieri la svedese è stata arrestata dalla polizia britannica mentre partecipava a un sit-in pro Pal organizzato nel cuore di Londra per sostenere otto attivisti del gruppo Palestine Action, detenuti nel Regno Unito e impegnati da oltre cinquanta giorni in uno sciopero della fame a oltranza.

La giovane è stata fermata per aver violato il Terrorism Act mostrando un cartello di solidarietà nei confronti dei militanti dell'organizzazione messa al bando all'inizio di quest'anno dal governo di Starmer perché bollata come terroristica. In serata è arrivato il rilascio su cauzione, ma Greta resta sotto indagine e in attesa della possibile convocazione per un processo.

Palestine Action è nota per azioni dimostrative e atti di disobbedienza civile contro i rapporti economici e militari tra Londra e Israele, soprattutto alla luce della guerra a Gaza. Pur non essendo mai stati incriminati per attentati contro persone, i suoi membri si trovano in custodia cautelare in attesa di processo. Una linea che ha attirato critiche trasversali: dalla sinistra pacifista ai liberali, fino alle ong come Amnesty International e ad alcune agenzie delle Nazioni Unite. In questo contesto si inserisce la nuova «conversione» di Greta, che - ormai lontana dalle piazze per il clima che l'avevano lanciata - sembra aver trovato nel conflitto mediorientale un nuovo terreno di mobilitazione e visibilità.

Il raduno si è svolto davanti agli uffici di Aspen Insurance, compagnia accusata di fornire copertura finanziaria a Elbit Systems, società israeliana legata al complesso militare-industriale. Durante la protesta, almeno altri due manifestanti sono stati fermati per aver imbrattato la sede con vernice spray rossa, simbolicamente associata al sangue delle vittime di Gaza.

Lo sciopero della fame dei detenuti di Palestine Action viene descritto dai sostenitori come il più lungo nel Paese dal 1981, anno in cui Bobby Sands e altri militanti repubblicani nordirlandesi morirono nel carcere di Maze durante i Troubles sotto il governo Thatcher.

Un paragone pesante, che oggi viene usato per colpire l'esecutivo laburista: l'addebito principale è quello di aver ignorato i vari appelli e di aver rifiutato incontri con legali e familiari dei detenuti. Alcuni di questi sono già stati ricoverati in ospedale per il peggioramento delle condizioni fisiche e, sempre secondo gli attivisti, rischierebbero ora la vita.

Denunce fatte proprie anche dalla Thunberg poco prima dell'arresto.

In un video diffuso dal gruppo Prisoners for Palestine, la ventiduenne s'è rivolta alla folla affermando: «Io sostengo i prigionieri, io mi oppongo al genocidio». L'ennesima testimonianza di un attivismo politico sempre più ideologico.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica