
Dopo sessant'anni dall'esecuzione esemplare di Eli Cohen, la spia che ingannò l'intero apparato politico militare siriano e fece piantare dell'eucalipto per segnalare a Tsahal la posizione dell'esercito avversario, le sue spoglie mortali potrebbero essere finalmente restituite allo Stato ebraico, che potrà seppellirle, con tutti gli onori, in attesa della "resurrezione".
Israele non ha mai smesso di cercare il corpo della spia impiccata a Damasco il 18 maggio del 1965. All'inizio di quest'anno, dopo sessanta lunghi anni di operazioni sotto copertura, scambi d'informazioni tra servizi d'intelligence e gesti simbolici, alcuni rapporti declassificati avevano rivelato che 2.500 documenti, comprese fotografie ed effetti personali appartenuti all'agente segreto Eli Cohen, fossero stati trasferiti segretamente in Israele come risultato di una lunga operazione condotta silenziosamente dal Mossad. Questi documenti, parte dell'archivio ufficiale siriano, erano stati "custoditi gelosamente" per decenni dalle forze di sicurezza siriane.
Una fonte siriana ha riferito a I2news che "il 2 maggio un elicottero è atterrato nella città di Sweida, nel sud della Siria, consegnando l'archivio di Cohen". Secondo quanto riferito dalla stessa fonte, l'operazione va considerata come un "gesto simbolico del governo siriano", del presidente Bashar al-Assad a Israele, e del neo presidente Ahmad Husayn al-Shara, anche noto come Al-Jolani, agli Stati Uniti. La fonte ha tenuto a sottolineare come l'operazione abbia "eliminato la necessità di sorvolare lo spazio aereo giordano o libanese". Ora, dopo gli effetti personali, anche il corpo della spia potrebbe fare ritorno in Israele.
Eli Cohen, ebreo egiziano reclutato dal servizio segreto israeliano all’inizio degli anni '60, riuscì a infiltrarsi nelle più alte sfere politiche e militari del governo siriano dei Ba'th; tanto da essere considerato un profilo adatto a ricoprire il ruolo di "vice ministro della Difesa siriana". Sotto il nome falso di Kamal Amin Taabet, una copertura ben congegnata dal Mossad che lo rese un perfetto uomo d’affari siriano, Eli Cohen ottenne informazioni vitali per Israele tra il 1962 e il 1965. Tutte venivano trasmesse in codice Morse attraverso un piccolo apparato radio nascosto nel suo appartamento.
Le informazioni ottenute da Cohen, insieme alla geniale trovata di piantare degli eucalipti per fare "ombra alle truppe siriane" e allo stesso tempo segnalare le loro posizioni all'Aman israeliano, si riveleranno fondamentali per Tsahal, e influiranno decisamente sulla vittoria ottenuta sulle alture del Golan durante la Guerra dei sei giorni nel 1967. Anche se lui non lo saprà mai.
Scoperto nel 1964 dalla polizia segreta di Assad, verrà catturato, torturato e processato da un tribunale militare come spia. Il 18 maggio del 1965 Eli Cohen venne impiccato in piazza Marja a Damasco e il suo corpo lasciato appeso con la sentenza appesa al corpo morto come monito. Dopo l'esecuzione, le autorità siriane hanno sempre mantenuto segreto il luogo della sua sepoltura e hanno sempre respinto tutti i tentativi di mediazione internazionale per restituire i suoi resti in cambio di prigionieri arabi.
Il suo contributo all’intelligence israeliana fu fondamentale secondo molti storici, che gli attribuiscono un "ruolo cruciale" nella vittoria di Israele nella Guerra dei Sei Giorni. Secondo il direttore del Mossad David Barnea, “Eli Cohen resta una fonte di ispirazione per generazioni di agenti del Mossad. La sua eredità vive nel nostro impegno quotidiano".
È dal 2019 che la restituzione delle spoglie mortali di Eli Cohen - considerato una delle più temerarie spie della storia del servizio segreto israeliano - è al centro di notizie che rivelano l'esistenza di lunghe operazioni di spionaggio che hanno coinvolto il Mossad, l'intelligence militare russo e il mukhabarat siriano, e hanno alimentato, al margine delle tensioni internazionali, i negoziati tra Tel Aviv, Mosca e Damasco.
Ora che il governo del redento o semplicemente rivalutato Ahmad Husayn al-Shara sembra aver ottenuto la benedizione dall'America, principale alleata di Israele, sembra che dove non era arrivata l'intercessione decisiva del Cremlino, potrebbe arrivare l'influsso conciliante della Casa Bianca.