Inghilterra, morto migrante sul barcone alloggio Bibby Stockholm: è polemica

È morto un richiedente asilo a bordo della chiatta Bibby Stockholm, l'imbarcazione - già al centro di polemiche - che ospita migranti al largo del Dorset

Inghilterra, morto migrante sul barcone alloggio Bibby Stockholm: è polemica
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Un migrante, ospite del mega barcone alloggio Bibby Stockholm, è morto questa mattina sulla chiatta che si trova attraccata sull'isola di Portland, nella contea del Dorset, in Inghilterra. La polizia sta indagando sulla "morte improvvisa di un rifugiato" che alloggiava presso la discussa chiatta per migranti, affittata dall'allora ministro degli Interni Suella Braverman per ospitare i richiedenti asilo. Un portavoce della polizia del Dorset ha dichiarato: "Alle 6.22 di martedì 12 dicembre 2023, la polizia del Dorset ha ricevuto una segnalazione di una morte improvvisa di un residente della Bibby Stockholm". Gli agenti di polizia stanno conducendo delle indagini per appurare le circostanze del decesso. Il portavoce ufficiale del Primo Ministro Rishi Sunak ha confermato che si sta indagando sul caso e che verrà fatta luce sulla tragedia. "Tutti coloro che arrivano sulla Bibby Stockholm sono sottoposti a una valutazione medica, vengono costantemente monitorati durante la permanenza negli alloggi e ricevono tutto il supporto necessario, come è giusto aspettarsi" ha dichiarato il portavoce di Sunak. Secondo la Bbc, la chiatta a tre piani, attraccata sull'isola di Portland, ospita i richiedenti asilo in attesa dell'esito delle loro domande e può ospitare fino a 500 uomini. La morte del rifugiato sarebbe avvenuta in una delle oltre 200 cabine presenti a bordo, secondo quanto ha dichiarato una fonte all'emittente inglese.

Polemiche sulla Bibby Stockholm

La Bibby Stockholm è stata oggetto di furenti polemiche da parte dell'opposizione britannica e delle ong per i diritti umani a causa di alcuni problemi relativi alla sicurezza. Steve Smith, direttore generale dell'associazione Care4Calais che fornisce assistenza ai rifugiati, ha dichiarato che "il governo britannico deve assumersi la responsabilità di questa tragedia umana. Ha deliberatamente ignorato il trauma che sta infliggendo alle persone inviate sulla Bibby Stockholm e alle centinaia di persone ospitate in ex caserme militari". Secondo Smith, si moltiplicano le segnalazioni di tentati suicidi tra i migranti: "Abbiamo regolarmente segnalato intenzioni suicide tra i rifugiati presenti sulla chiatta e non viene preso alcun provvedimento".

"Non si può più continuare così. I richiedenti asilo sono esseri umani, molti dei quali hanno subito i peggiori traumi immaginabili attraverso guerre, torture e persecuzioni. È ora che i nostri leader politici li trattino come esseri umani" ha aggiunto l'attivista. Dello stesso avviso Ann Salter, rappresentante dell'associazione per i diritti umani Freedom from Torture, che citata dal Guardian, ha dichiarato: "Siamo sconvolti dalla notizia che un richiedente asilo è morto a bordo della Bibby Stockholm. Quest'ultima tragedia ci ricorda ancora una volta che le politiche punitive del governo contro i rifugiati non solo sono crudeli, ma costano vite umane".

In funzione da agosto: nuovi guai per Sunak

Il mega barcone-alloggio è stato introdotto lo scorso agosto, sollevando non poche polemiche da parte degli attivisti per i diritti umani e della popolazione locale. L'inizio non è stato dei migliori: l'imbarcazione, infatti, è stata evacuata dopo soli 4 giorni quando è stato rinvenuto a bordo il batterio della legionella. La chiatta è la prima a essere utilizzata nell'ambito dei piani del governo per ridurre il costo degli alloggi per i richiedenti asilo. Su questo tema, proprio in queste ore, il governo conservatore di Sunak è sotto pressione, dilaniato dalle divisioni interne circa l'approvazione del Safety of Rwanda (Asylum and Immigration) Bill, la risposta di Sunak alla sentenza unanime della Corte Suprema del mese scorso, secondo cui la deportazione dei richiedenti asilo in Ruanda è illegale secondo il diritto internazionale.

Nonostante le preoccupazioni degli osservatori dei diritti umani e di una fetta consistente dei tories, il primo ministro sta cercando di dichiarare sicuro il Ruanda, Paese africano in cui, soprattutto ai confini con la Repubblica Democratica del Congo e con il Burundi, si sono registrati anche di recente scontri con gruppi ribelli armati. Secondo i deputati più a destra, le proposte contenute nel disegno di legge non sono abbastanza severe, mentre i conservatori più liberali temono che il Regno Unito possa infrangere il diritto internazionale.

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