Nuova stretta del regime di Teheran contro le libertà dei cittadini. Durante una cerimonia commemorativa nella città di Mashhad è stata arrestata Narges Mohammadi, vincitrice del Premio Nobel per la Pace, oltre a diversi altri attivisti. La donna, che sta scontando una pena detentiva di 13 anni e nove mesi nel carcere di Evin (Teheran) per attentato alla sicurezza nazionale, stava godendo di un permesso di un anno per motivi di salute.
La cerimonia a cui stava partecipando Mohammadi era l'hafteh, il settimo giorno dopo la morte di un importante avvocato per i diritti umani, Khosrow Alikordi, la cui recente morte ha suscitato l'indignazione dell'opinione pubblica: è stato trovato morto senza vita la scorsa settimana in circostanze poco chiare nel suo ufficio a Mashhad. Altri avvocati e attivisti hanno messo in dubbio la versione ufficiale dell'arresto cardiaco ipotizzando un possibile coinvolgimento delle forze di sicurezza.
Picchiata prima dell'arresto
Javad Alikordi, fratello dell'avvocato morto alla cui commemorazione Mohammadi sarebbe stata arrestata, in un messaggio audio che ha diffuso ha raccontato che le forze di sicurezza hanno picchiato la premio Nobel e un altro attivista prima di portarli via. I fermati, ha aggiunto, sono stati trasferiti in un centro di detenzione collegato al servizio di intelligence delle Guardie Rivoluzionarie iraniane a Mashhad. "La Fondazione Narges - si legge su X - ha ricevuto informazioni attendibili secondo cui Narges Mohammadi è stata arrestata con violenza dalle forze di sicurezza e di polizia".
La battaglia di Mohammadi
Nota come uno dei più importanti difensori dei diritti umani nel suo Paese, Mohammadi più di una volta ha fatto sapere di essere sottoposta a gravi minacce da parte delle agenzie di sicurezza iraniane. Lo scorso mese di agosto in un'intervista alla rivista "Der Spiegel" aveva reso noto che agenti dell'intelligence le avevano rivolto minacce di morte, sia dirette che indirette.
Le autorità iraniane hanno intensificato la pressione sulla società civile dopo il cessate il fuoco di giugno con Israele. I gruppi impegnati per la difesa dei diritti umani affermano che l'Iran è uno degli ambienti più restrittivi al mondo per la libertà di espressione, con gli attivisti frequentemente detenuti, processati e incarcerati.