
«Negli ultimi tempi ho scritto poesie». Mai banale e decisamente anticonformista, Michel Houellebecq è sicuramente uno degli scrittori più rilevanti della letteratura francese contemporanea, tradotto in tutto il mondo. Qualcuno afferma che è il nuovo Louis Ferdinand Céline. È raro che accetti di parlare.
I suoi romanzi descrivono spesso l'individuo di fronte alla crisi di una società. Che cos'è, un'esplorazione intima oppure una diagnosi politica?
«L’idea del romanzo è di creare personaggi. La politica la si può integrare, ma l'importante è l'individuo, con la sua storia, la sua vita. Bisogna creare degli esseri umani, è l'aspetto bizzarro del mio lavoro: fabbrico esseri umani».
Che cosa legge della letteratura italiana?
«Mi piace Pasolini, ma leggo spesso anche Moravia e Svevo».
Il mondo attraversa attualmente due grandi conflitti, il conflitto in Ucraina e il conflitto in Medio Oriente.
Lei cosa pensa di quello che sta accadendo?
«La Francia non è un paese che abbia avuto grandi rapporti nella sua storia con l'Ucraina, né con la Russia, né con i paesi vicini. Gaza invece ci riguarda molto più da vicino. La Francia è il paese con la più grande comunità musulmana d'Europa e anche la più grande comunità ebraica, quindi siamo direttamente coinvolti».
Gli scrittori di fronte a questi conflitti fanno di frequente degli appelli, è una cosa utile?
«Non mi piace molto, non ho tanta voglia che uno scrittore che apprezzo esprima le sue opinioni. Sembra che si voglia convincere i lettori a pensarla allo stesso modo».
Qualcuno alla fine degli anni Ottanta ha scritto che la storia è finita. E poi invece la storia la storia sembra essere in movimento.
«La storia è continuata sotto altre forme, quindi sì, è completamente sbagliato».
Cosa resta del XX secolo, del fascismo, del comunismo, del liberalismo?
«Il liberalismo e il capitalismo hanno vinto. La storia del XX secolo è che un movimento rivoluzionario chiamato capitalismo ha modificato tutti i paesi. Né il fascismo e né il comunismo hanno avuto un futuro, il capitalismo invece ha avuto un grande futuro e continua ancora».
E la globalizzazione?
«Non bisogna considerare che la globalizzazione sia necessariamente un male. I paesi hanno il diritto di agire egoisticamente secondo i propri interessi e quindi di opporsi al libero scambio quando non è conveniente per loro.
Non bisogna santificare l'idea, bisogna essere egoisti quando conviene. Il libero scambio va bene quando conviene, altrimenti bisogna essere protezionisti. In fondo è semplice».
Il tedesco Oswald Spengler scrisse un famoso saggio, «Il tramonto dell'Occidente». Secondo lei l'Occidente è davvero in declino?
«Sì, sembra proprio vero. È chiaro che l'Occidente ha perso potere rispetto a cento anni fa. C'è anche un'atmosfera di decadenza, un'atmosfera un po’ nichilista che si è diffusa in Occidente. Non dipende né dall'economia né dal potere politico. È un'altra dimensione che è più presente nei miei libri».
Secondo lei la Francia ha perso lo spirito repubblicano di una volta?
«Dopo Napoleone i francesi si sono resi conto che la Francia aveva perso le sue fondamenta, aveva perso la monarchia e il cattolicesimo. Chi l'ha capito meglio è stato Balzac, che ha dipinto in modo globale il caos. Lo spirito repubblicano non è qualcosa che possa far tenere insieme una società, al contrario del cattolicesimo, dell'islam. È così da due secoli».
In Francia esiste la dittatura del politicamente corretto come esiste altrove?
«Sì, è fastidioso. L'ho subito e lo subisco ancora. Il politicamente corretto è talmente povero come pensiero che non vale nemmeno la pena di attaccarlo, crolla da solo».
La Francia attraversa grandi tensioni sociali. Lei cosa pensa di questo momento?
«Negli ultimi anni si è verificata una perdita di valore del voto e questo ha provocato uno shock ai francesi. Il grande movimento degli ultimi anni sono stati i gilet gialli, un movimento apolitico che si basa proprio su questa mancanza di rispetto del voto dei francesi».
Soprattutto lei cosa pensa del presidente Macron?
«Non ci capisco molto. È un personaggio interessante, ma non posso dire di capirlo. No, davvero, non so cosa pensare. Non sembra avere convinzioni ben definite. In fondo è difficile inquadrarlo.