Il tunnel verso i bagni delle donne e la rissa: scontro tra ebrei ortodossi e polizia a New York

All'interno di una famosa sinagoga a Brooklyn, gruppi di studenti ortodossi si sono scontrati con la polizia per impedire che il tunnel segreto che avevano scavato fosse murato col cemento. Una vicenda surreale che coinvolge un luogo dove nel 1991 ci fu una vera e propria caccia all'ebreo

La sinagoga a Brooklyn dove si sono tenuti gli scontri (Fonte: Wikimedia Commons)
La sinagoga a Brooklyn dove si sono tenuti gli scontri (Fonte: Wikimedia Commons)

Che una gigantesca rissa diventi un fenomeno globale in poche ore non è certo una novità ma le cose cambiano non poco quando coinvolge una storica sinagoga di Brooklyn, il famoso New York Police Department ed un gruppo di inferociti giovani ebrei ortodossi. L’episodio avvenuto nella Grande Mela nella nottata di lunedì ha dato il via ad una serie di conspiracy theories che stanno infiammando i social, scatenando una ridda di ipotesi senza fine. I contorni di questa vicenda sono però estremamente strani e potrebbero riservare parecchie sorprese nei giorni a venire. Non capita tutti i giorni di vedere giovani ebrei chassidici, con le rituali treccine ed i vestiti neri, affrontare a viso aperto la polizia per impedire che il tunnel segreto al quale stavano lavorando venisse riempito.

Una vicenda molto complessa

A scatenare l’interesse morboso della rete, ovviamente, le scene che hanno fatto il giro del mondo: poliziotti che usano spray urticante, giovani studenti religiosi che si avventano contro pannelli di legno, venendo poi arrestati dalla polizia per impedire alla ditta di costruzioni ingaggiata dalla storica sinagoga per chiudere un tunnel che, a quanto pare, avevano costruito nei mesi scorsi. La polizia, secondo quanto riportato da Newsweek era stata chiamata nel quartiere di Crown Heights nel tardo pomeriggio di lunedì, quando un gruppo di individui era entrato in maniera illegale nella sinagoga, danneggiando un muro di cinta. Una volta arrivate le pattuglie dell’Nypd, la situazione è rapidamente degenerata: i giovani studenti hanno provato di tutto per impedire che il tunnel segreto venisse bloccato dagli operai, distruggendo i pannelli di legno, facendo un sit-in per bloccare la colata di cemento fino a rovesciare grandi tavoli all’interno della sinagoga ed azzuffandosi con i poliziotti.

Il risultato degli scontri è stato dieci arresti ma nessun ferito: il portavoce della polizia ha poi annunciato nella giornata di oggi che nove individui saranno processati per direttissima nei prossimi giorni. La vicenda coinvolge un noto movimento della comunità chassidica, il Chabad-Lubavitch ma i problemi con questo gruppo di “studenti estremisti” sono andati avanti per mesi. Rabbi Motti Seligson, responsabile media del movimento, ha infatti dichiarato che “qualche tempo fa un gruppo di studenti ha aperto brecce nelle proprietà vicine alla sinagoga per avere accesso a certe aree. Una betoniera è stata chiamata per riparare i danni ma i lavori sono stati bloccati da chi stava scavando questo tunnel, che ha poi devastato il santuario per poter continuare ad accedere a queste aree”. La sinagoga, al momento, rimarrà chiusa fino a quando le autorità non potranno verificarne la sicurezza ma, prima di sfociare in questa rissa, la vicenda ha coinvolto i tribunali di New York. Nonostante numerosi pareri a favore della dirigenza del movimento, i giovani studenti si sono semplicemente rifiutati di andarsene, fino a sfogare la loro frustrazione contro polizia ed operai.

Un luogo simbolico

La scoperta del tunnel segreto che collegherebbe la sinagoga ad una vicina mikvah, un luogo dove si effettuano i bagni rituali di purificazione prima di alcune importanti festività ebraiche, era avvenuta lo scorso dicembre, quando un muratore aveva scoperto della terra rimossa da sotto alla sezione riservata alle donne e un tunnel che portava all’angolo di Union Street. Dopo che l’intera zona femminile era stata chiusa, la proprietà si era impegnata per riparare i danni e consentire alla sinagoga di riaprire. Un recente aggiornamento pubblicato dall’Associated Press fornisce qualche dettaglio aggiuntivo su questa stranissima vicenda.

L’edificio situato al 770 di Eastern Parkway era la casa del fondatore del movimento, Rabbi Menachem Mendel Schneerson, ed è visitato da migliaia di fedeli ogni anno. La sua facciata gotica è conosciuta da tutti gli appartenenti al movimento tanto che ne sono state create repliche un po’ ovunque nel mondo. A creare particolare scalpore, però, la estrema determinazione mostrata da questi studenti della Torah, alcuni dei quali si erano infilati nei tunnel o in alcuni spazi all’interno dei muri, pronti a tutto per impedire che l’accesso ai tunnel venisse bloccato. Anche se non è ben chiaro quando siano iniziati i lavori a questo tunnel, a causare particolare scalpore sono stati alcuni video che hanno mostrato cosa si trovava al suo interno.

La vicenda non sarebbe ancora conclusa del tutto, dato che un gruppo di studenti religiosi molto determinato ha affrontato la polizia anche nella giornata di oggi, quando gli ispettori per la sicurezza hanno valutato i danni riportati dall’edificio. Secondo alcune fonti, gli studenti in realtà stavano solo cercando di espandere la sinagoga in maniera illegale, visto che le sue dimensioni sono del tutto inadeguate al numero di studenti che vogliono accedervi. Ogni tentativo di ottenere i permessi del caso si sarebbe infranto sulla farraginosa burocrazia della Grande Mela ed avrebbero pensato di fare di testa propria. Dato che le mikvah sono usate pochi giorni all’anno, il tunnel sotterraneo sarebbe stato usato come abitazione provvisoria e un luogo dove studiare in pace i testi sacri.

La reazione violenta, in fondo, non è così strana: fu proprio qui che, nel 1991, durante i riots di Crown Heights, si scatenò una vera e propria “caccia all’ebreo”. Fu proprio in questa occasione che si è avuto l’ultimo linciaggio negli Stati Uniti. Una folla di immigranti africani, inferociti dopo che un bambino di 7 anni era morto dopo essere stato investito da un auto appartenente alla security del leader del movimento Chabad, si scagliò contro un ebreo australiano, Yankel Rosenbaum, che perse la vita. L’importanza del luogo per questa setta ortodossa ed il fatto che le autorità di New York ci misero anni prima di affrontare sul serio l’antisemitismo dilagante in questo quartiere non fanno altro che rendere questa storia ancora più surreale.

A parte le teorie strampalate che si leggono sui social in queste ore, le indagini della polizia potrebbero aprire uno squarcio interessante in una comunità estremamente riservata e circondata da ogni genere di maldicenza.

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