Cronaca internazionale

Dal tracking navale alle app "amiche": partenze organizzate monitorando le mosse delle Ong

Il tracking usato per trovare la posizione delle Ong. E l'ira dei trafficanti quando queste navi sono lontane. E sulla pagina "Amici di Ocean Vicking" vengono organizzati i viaggi

Dal tracking navale alle app "amiche": le partenze organizzate sulla base delle mosse delle Ong Esclusiva

La narrazione secondo la quale lea presenza delle Ong non hanno alcuna influenza sulle partenze dei migranti, in particolare dalla Libia, non regge più. Probabilmente non ha mai retto, se non agli occhi dei soliti propagandisti dell'immigrazione, che vorrebbero l'Italia, e solo l'Italia, aperta a qualunque tipo di sbarco, e trasformata in un hub per stranieri. Le accuse che in questi giorni piovono sul nostro Paese per il naufragio al largo della Libia, poi, completano un quadro distopico che vede l'Italia responsabile di qualunque evento nel mar Mediterraneo, nonostante non sia l'unico Paese che vi si affaccia. Ma sull'influenza delle Ong sui viaggi della speranza a bordo di barchini precari, inabili anche solo a galleggiare, non è difficile trovare traccia dall'altra parte del mare, nelle conversazioni di chi organizza le traversate e di chi si prepara a compierle.

Continuando la nostra ricerca nei siti e sui gruppi social dedicati all'immigrazione illegale, compiuta alla luce del giorno, ci siamo imbattuti in un post molto particolare. Le traversate hanno ripreso vigore nelle ultime settimane, complice il bel tempo e l'imminente inizio del Ramadan, durante il quale i praticanti non effettueranno i viaggi. Ciò, per le leggi dei grandi numeri, ha portato a numerosi incidenti in mare. Naufragi che hanno causato decine di morti e di dispersi. Se nel nostro Paese c'è indignazione, dall'altra parte del Mediterraneo c’è molta rabbia. Il motivo? Non ci sono le navi delle Ong, quindi manca la percezione di sicurezza. Il messaggio che abbiamo trovato, d'altronde, parla chiaro: "Non ci sono navi di salvataggio in mare ma avete davvero 'lanciato' la gente. I corsari della Libia...". È stato accompagnato da un barchino in legno in fiamme, probabilmente un'immagine di repertorio, utilizzata per rendere l’idea di quanto accade senza l’intervento degli equipaggi delle Ong.

Effettivamente, in questi giorni le navi delle Ong sono tutte in porto e non attive sulla rotta che solitamente viene battuta. L'unica sottoposta a fermo amministrativo per violazione del decreto è la Geo Barents, le altre teoricamente potrebbero operare ma sono comunque ferme. Quel messaggio lasciato sui social è esemplare di quello che accade in Nordafrica e involontariamente suggerisce che le navi Ong sono realmente un fattore di pull-factor. Tra i vari post troviamo poi gli annunci che riferiscono sull'inizio delle missioni delle varie navi

E che siano un elemento di garanzia lo si evince anche dal fatto che, come abbiamo avuto modo di appurare, nei telefoni dei migranti sono installate le applicazioni di tracking marittimo, che permettono di individuare la posizione delle navi in tempo reale, quindi anche quella delle Ong, per verificare quando saranno nei pressi della Libia ed effettuare i “lanci” con maggiore sicurezza. "Dio li punirà", risponde qualcuno nei commenti, sottolineando la malafede di chi mette in pericolo i migranti quando mancano le navi del soccorso civile.

Nel corso della nostra ricerca abbiamo avuto modo di percepire la reale influenza che le Ong hanno nell'immaginario collettivo al di là del Mediterraneo anche imbattendoci in una pagina che si chiama "Amici della Ocean Viking in Europa". Scorrendo tra i post pubblicati ne abbiamo anche trovati alcuni di recente condivisione che propongono partenze per l'Italia prima dell'inizio del Ramadan, anche se non sono previste missioni delle Ong nell’immediato futuro.

C’è il numero di telefono da contattare per prendere accordi prima della partenza, ci sono le foto dei motori impiegati e della barca che dovrà ospitare i migranti, un piccolo peschereccio ben più grande rispetto a quelle utilizzate in Tunisia.

Tra le foto c'è anche un grande motoscafo, con ben due motori da 100 cavalli ognuno: ora, dire con certezza che sarà una delle barche impiegate per il trasporto nei migranti è impossibile ma, considerando anche i video che circolano su quelle stesse pagine e quanto fino a oggi noto, non è escluso che si tratti di una "nave madre" utilizzata per portare i migranti fuori dalla Libia quanto più vicino possibile alle coste italiane.

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