"Non riconosciamo il Papa". Le suore di clausura contro il Vaticano

Una vicenda immobiliare alla base della protesta di alcune suore di clausura spagnole che hanno sparato a zero nei confronti del Vaticano e di Papa Francesco: ecco cosa è successo

"Non riconosciamo il Papa". Le suore di clausura contro il Vaticano
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Anche se in Spagna sono conosciute con l'appellativo di "Suore dei cioccolatini" per il modo in cui riescono a produrre alcuni dolci, la vicenda è tutt'altro che piacevole e vede uno scontro totale da parte delle suore clarisse di Belorado, piccolo centro nella provincia spagnola di Burgos, nei confronti del Vaticano inclusa l'autorità più alta, Papa Francesco. Sedici monache hanno pubblicato (anche sui social) un "Manifesto Cattolico" di 70 pagine in cui spiegano i motivi della rottura con la Chiesa cattolica e per la quale verranno scomunicate.

La vicenda

Alla base dell'incredibile diatriba ci sarebbero motivi immobiliari: le suore non hanno voluto consegnare le chiavi del loro monastero per trasferirsi in un altro. La vicenda risalirebbe al 2020 quando si sarebbe stato l'accodo con un altro vescovado per compare un convento nell'area dei Paesi Baschi ma Roma avrebbe bloccato l'operazione. Inoltre, per ricavare il denaro necessario per l'acquisto, le suore avrebbero voluto vendere un monastero ma, anche in questo caso, il Vaticano si sarebbe opposto.

Chi sta seguendo la vicenda è l'arcivescovo di Burgos, Mario Iceta, nominato comissario pontificio e incaricato dalla Santa Sede di gestire il caso, ha dato tempo fino al prossimo giovedì alle suore per presentarsi in tribunale e chiarire la loro posizione ma è già stato deciso il rifiuto da parte delle clarisse. "Le suore si sono separate dalla Chiesa del Concilio Vaticano II perché vogliono essere vere cattoliche, e sono arrivate alla conclusione che dopo la morte di Pio XII tutti gli altri sono stati 'falsi papi' che hanno insegnato dottrine contrarie alla fede cattolica", ha spiegato a LaPresse José Ceacero, portavoce delle suore, soprannominato dai media spagnoli "il prete barista" per il suo passato da bartender.

Le accuse contro il Papa

Il grosso deve ancora arrivare: intervistate dalla tv locale Telecinco, le monache avrebbero detto di "non riconoscere l'autorità del Papa" e che "il Vaticano è una farsa", accusando la Chiesa di Roma di utlizzare "linguaggi doppi e confusi" e contraddirsi. Altre parole forti per Papa Francesco che sarebbe stato definito con il termine di "usurpatore". Insomma, parole eccezionalmente grosse riportate in forma più moderata sull'account Instagram che hanno creato per raccontare la vicenda. Inoltre, le suore hanno deciso di porsi sotto la tutela di Pablo de Rojas Sanchez-Franco, cattolico scomunicato nel luglio 2019 e fondatore della setta "Pia Unione di San Paolo Apostolo", fortemente critica con il Concilio Vaticano II. Sempre Ceacero ha dichiarato che la Chiesa romana starebbe "insegnando cose non cattoliche".

La risposta delle religiose

Su Instagram le suore hanno dichiarato che l'addio alla Chiesa di Roma "non ha nulla a che vedere" con le questioni di cui parlano i media ma che la decisione presa è un "passo che è il frutto di anni di studio, preghiera e vita fraterna".

Fortemente criticato anche il comportamento di Iceta, l'arcivescovo di Burgos, dicendo che avrebbe sottratto l'accesso ai loro conti correnti lasciandole "senza accesso ai fondi ottenuti con il lavoro e donati dai benefattori". Dopo la loro mancata apparizione in tribunale, si aspetta la risposta della Chiesa cattolica. Secondo Ceacero le suore non saranno "cacciate" dal monastero.

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