Omicidio in famiglia e messaggio sospetto: scatta la psicosi attentato all'Oktoberfest

Un uomo uccide il padre, ferisce madre, figlia e si suicida. Nel suo zaino esplosivo e minacce ma il movente è l'eredità

Omicidio in famiglia e messaggio sospetto: scatta la psicosi attentato all'Oktoberfest
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Martin Pogatschar è un artigiano tedesco fiero del suo lavoro. Uno come tanti, un 57enne che si presenta come tuttofare sia per la casa sia per il giardino sul sito della sua impresa, la Allroundmax di Starnberg in Baviera, dove in una foto ha un trapano in una mano e un calibro a corsoio nell'altra. Un simbolo di precisione estrema nel mestiere, che Pogatschar (nella foto) solleva all'altezza dell'occhio destro quasi a prendere la mira prima di sparare. Una metafora che sarebbe rimasta tale, se l'artigiano non avesse fatto fuoco contro suo padre uccidendolo, sua madre e sua figlia ferendole prima di rivolgere l'arma contro se stesso suicidandosi.

Un bagno di sangue in cui è degenerata una disputa legata all'eredità di famiglia, una tragedia privata che ieri ha precipitato per ore Monaco di Baviera nel terrore imponendo la chiusura dell'Oktoberfest dal mattino fino alle 17.30 a causa di un allarme bomba.

Tutto ha inizio intorno alle 4.40, quando la quiete del quartiere di Lerchenau nel Nord della città è squarciata da spari ed esplosioni. Un'abitazione brucia, quella dei Pogatschar. Polizia e vigili del fuoco intervengono in forze, isolando l'area. Poco lontano, viene trovato il cadavere di un uomo che ha un colpo d'arma da fuoco alla testa e porta uno zaino contenente ordigni esplosivi. È Pogatschar, ma l'identificazione avverrà soltanto ore dopo la scoperta del corpo. Intanto, la paura di un attentato contro l'Oktorberfest fa tremare Monaco. La polizia è, infatti, in possesso di una lettera il cui autore motiva gli omicidi e le esplosioni di Lerchenau come reazione a una truffa sull'eredità che ha subito dai genitori. Un passaggio dello scritto, poi attribuito a Pogatschar, pare minacciare un attacco dinamitardo contro la festa della birra. Il sindaco di Monaco, Dieter Reiter, dispone quindi la chiusura dell'evento dichiarando che «il rischio è troppo alto e la sicurezza viene prima di tutto».

Mentre la polizia ispeziona il sito dell'Oktoberfest con decine di cani antiesplosivo in cerca di ordigni, a complicare la situazione arriva un messaggio su indymedia, il forum su internet della sinistra antagonista. Il testo allude a una matrice Antifa nelle esplosioni di Lerchenau e nell'attentato che si teme imminente. Tuttavia, la pista politica viene esclusa dalle forze dell'ordine, che negano ogni relazione tra l'omicida-suicida e gli antifascisti mentre si concentrano sul movente familiare per le esplosioni di Lerchenau, dove nella casa andata a fuoco vengono trovate granate collegate a fili d'inciampo.

L'allarme rientra nel pomeriggio quando, identificato Pogatschar e accertato il movente delle sue

azioni nella disputa ereditaria con i genitori, l'Oktoberfest può riaprire senza che alcun ordigno sia stato scoperto tra i tendoni. La birra torna a scorrere a fiumi, portando via la tragedia familiare di un uomo qualunque.

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