Intercettato sul volo Ryanair. Ora arriva la condanna per il blogger bielorusso

Il blogger Roman Protasevich era stato arrestato nell'estate del 2021 assieme alla ragazza: per lui accuse di complotti e cospirazione

Intercettato sul volo Ryanair. Ora arriva la condanna per il blogger bielorusso

Il suo caso aveva destato scalpore per via del clamoroso arresto ai suoi danni. Roman Protasevich, blogger bielorusso di 27 anni ed ex direttore del sito Nexta, oggi è stato condannato a otto anni di reclusione. Per lui le accuse vanno dalla cospirazione contro il potere, fino alla collaborazione con organizzazioni estremiste. Assieme a lui è stata condannata la fidanzata, Sofia Sapega, la cui pena è invece di sei anni. A decretare le due sentenze è stato il tribunale di Minsk.

Dall'arresto alla condanna

Era il 23 maggio 2021 quando Roman Protasevich si trovava a bordo del volo Ryanair 4978, decollato da Atene e diretto nella capitale lituana Vilnius. Mentre l'aereo si trovava all'interno dello spazio aereo bielorusso, a pochi chilometri dal confine con la Lituania, un caccia di Misnk si era alzato in volo per intercettarlo. A ordinare la manovra era stato il presidente bielorusso in persona, Alexander Lukashenko.

Le autorità bielorusse nel frattempo avevano avvisato l'equipaggio del volo 4978 di un possibile allarme bomba, intimando una deviazione verso la capitale bielorussa. Il caccia decollato poco prima da una base militare vicino Minsk, ha poi intercettato e scortato l'aereo fino al principale scalo cittadino. Ed è qui che è iniziata l'odisseo di Protasevich e della sua fidanzata.

Una volta atterrati, i due sono stati individuati dalla polizia e arrestati. Dell'allarme aereo nel frattempo si era persa ogni traccia. Da Vilnius hanno fatto sapere che nessuna allerta era stata diramata e che le autorità dell'aviazione civile locale non erano a conoscenza di emergenze di questo tipo. A Minsk invece, come prevedibile, nessuna bomba è stata trovata. Il vero motivo della deviazione riguardava quindi la volontà di arrestare il giornalista attivista e la sua ragazza.

Questo perché Protasevich è da anni uno dei volti più noti dell'opposizione. L'anno precedente infatti, la Bielorussia ha vissuto momenti di tensione per via delle proteste di piazza contro Lukashenko, rieletto per un nuovo mandato a seguito di elezioni considerate truccate sia dagli oppositori che da diversi Stati europei.

Oggi quindi è arrivata l'amara sentenza. Per via dei suoi articoli e delle sue attività, l'attivista è stato definitivamente condannato a una pena molto salata. Il giudice del tribunale di Minsk ha deciso per otto anni, l'accusa ne aveva chiesti dieci. Sono invece sei gli anni di carcere inflitti a Sofia Sapega. Per entrambi quindi le porte delle galere bielorusse resteranno chiuse per un po' di tempo. I loro nomi si vanno ad aggiungere a quelli di altri due collaboratori di Nexta condannati: si tratta di Stepan Putilo e Yan Rudik, condannati in contumacia alle pena rispettivamente di 20 e 19 anni.

Il contesto in cui è maturata la condanna

Quando Protasevich è stato arrestato, la guerra in Ucraina non era ancora iniziata. Ma i rapporti tra Minsk e l'occidente erano già ai minimi. Questo per via del braccio di ferro inaugurato con il mancato riconoscimento, da parte dell'Ue, della vittoria elettorale di Lukashenko. Il suo governo da allora è stato oggetto di importanti sanzioni.

Lukashenko, forte del sostegno di Mosca (di cui diventerà principale alleato una volta scoppiato il conflitto in Ucraina), ha represso le manifestazioni e ha bollato come traditori e cospiratori i leader dell'opposizione. Una volta calmata la situazione, Minsk ha avviato una caccia all'uomo contro i principali dissidenti. Protasevich è tra questi. Anzi, è uno dei più importanti nella lista dei nemici di Lukashenko. La sua principale colpa è quella di aver lavorato per Nexta, mezzo di informazione tra i più impegnati nelle proteste del 2020.

L'azione clamorosa con cui il presidente bielorusso ha riportato a Minsk il giovane attivista, dimostra quanto le autorità di governo temano le iniziative di Protasevich. E non solo le sue.

La condanna potrebbe fungere anche da monito per gli altri attivisti: prima o poi per chi si pone contro le attuali autorità, è il messaggio che sembra voler lanciare Lukashenko, si apriranno le porte del carcere.

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