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La pista, la pioggia, l'errore: il dramma del volo Tam 3054

Il disastro aereo del volo Tam 3054 del 17 luglio 2007 causò 199 morti: una tragedia che sconvolse il Brasile

La pista, la pioggia, l'errore: il dramma del volo Tam 3054
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Uno dei peggiori incidenti aerei della storia del Sud America, una tragedia che ha scosso un’intera nazione – il Brasile – tanto da spingere le autorità a firmare nuove leggi draconiane. Il dramma del volo Tam 3054 avvenne la sera del 17 luglio 2007 all'aeroporto internazionale di Congonhas: il volo di linea nazionale tra Porto Alegre e San Paolo del Brasile si schiantò contro un hangar dopo essere uscito di pista durante l'atterraggio e aver attraversato una strada. Bilancio terribile: 187 vittime tra passeggeri ed equipaggio dell’aereo e 12 morti tra le persone che si trovavano a terra.

Il dramma del volo Tam 3054

L’aeroporto internazionale di Congonhas a San Paolo è uno dei più particolari nonché trafficati al mondo. La sua struttura e la posizione di certe piste non consentono ai piloti in fase di atterraggio di commettere il minimo errore. La pista più temuta è la 35L, lunga meno di 2 mila metri – pochi per i grandi aerei – e costruita su una collina. Un aeroporto nel cuore della città, circondato da palazzi, uffici e strade: in altre parole, l’incubo di ogni pilota.

Il 17 luglio 2007 il volo Tam 3054 della Tam Airlines è in viaggio da Porto Alegre verso San Paolo: un volo di routine, complicato dalla pioggia battente. L’acquazzone spinge le autorità a chiudere la pista 35L e i piloti iniziano a preparare un’alternativa. A pochi chilometri da San Paolo peròù la pista entra nuovamente in funzione e non c’è motivo di cambiare rotta. Ma l’aereo ha una capacità di arresto inferiore al normale e il motivo è noto: uno dei due inversori di spinta non funziona. In vista dell’atterraggio, il comandante Henrique Stefanini Di Sacco disinserisce il pilota automatico e prende il comando per gestire l’atterraggio con la maggiore precisione possibile.

Incidente Tam 2007

Una volta allineato con il centro della pista di Congonhas, l’aereo inizia la discesa. Toccata terra, iniziano le preoccupazioni: i piloti azionano l’unico inversore di spinta funzionante, ma il mezzo non rallenta. Non succede niente nemmeno azionando i freni a pedali: l’aereo è completamente fuori controllo e anziché frenare, vira a sinistra. L’epilogo è tragico: il volo Tam 3054 si schianta contro un edificio della Tam Airlines e un distributore adiacente. Si sviluppa un incendio incredibile: l’intero aereo è avvolto dalle fiamme e diverse persone restano bloccate all’interno della struttura. Alcuni sono messi in salvo, altri purtroppo no. Nel velivolo non ci sono superstiti: 187 morti, ai quali vanno aggiunti i 12 deceduti tra la stazione di servizio e l’edificio. Totale di 199 vittime, una sciagura che traumatizza un intero Paese.

Le indagini

Le indagini condotte dall'unità militare del Centro de Investigação e Prevenção de Acidentes Aeronáuticos (Cenipa) partono subito e l’attenzione è rivolta alla messa in sicurezza delle scatole nere. Una volta recuperate, vengono inviate a Washington per le analisi del caso. Gli investigatori guidati dal tenente colonnello Fernando Camargo visionano immediatamente le immagini delle telecamere di sorveglianza dell’aeroporto, ma l’incidente avviene fuori dall’inquadratura. Una stranezza emerge però con chiarezza: l’aereo sulla pista viaggia a una velocità inconsueta.

In attesa del responso delle scatole nere, gli inquirenti si soffermano sulla pista 35L e notano delle pozzanghere che non dovrebbero esserci per il rischio di acquaplaning. I documenti dell’aeroporto forniscono la spiegazione: la pista è stata ripavimentata un mese prima dell’incidente, senza però risolvere il problema. Mancano infatti le scanalature per fare defluire l’acqua piovana, un passaggio saltato nel corso dei lavori di rifacimento.

Nel frattempo arrivano i dati delle scatole nere: velocità buona, discesa ok, freni regolarmente azionati. Ma c’è un fattore che non torna: i due motori lavorano l’uno contro l’altro. Al momento della tragedia, il motore di destra accelera anziché rallentare. Esclusi eventuali guasti meccanici, resta un’unica risposta: i piloti hanno lasciato la leva del motore destro alzata anche dopo l’atterraggio sulla pista.

La svolta

Incidente volo Tam

Fernando Camargo e i suoi collaboratori rivolgono tutta l’attenzione sul registratore di cabina: il comandante del volo Tam 3054 manifesta preoccupazione per le condizioni della pista, eppure conosceva alla perfezione la procedura d’atterraggio. In base ai dati a disposizione, qualcosa non torna sullo spostamento delle leve di comando: anziché abbassare entrambe le leve, viene ridotto al minimo solo il motore sinistro, lasciando il motore destro a piena potenza.

Quando l’aereo atterra, il comandante azione solo l’inversore di sinistra, lasciando ancora il motore destro al massimo. Una dinamica difficile da comprendere, considerando l’esperienza del pilota. Una testimonianza però cambia tutto: il pilota ascoltato dagli inquirenti svela una vecchia procedura obsoleta per fare atterrare l’aereo con un unico inversore. Il comandante Stefanini però, anziché ridurre il motore destro al minimo, lo lascia alla massima potenza.

Ma perché ha utilizzato la vecchia procedura? Risposta semplice: per fermare l’aereo più velocemente e avere più spazio per atterrare. Ma tensione per il cattivo tempo e le difficoltà nell’atterraggio lo hanno spinto a un errore marchiano. Con l’aereo fuori controllo, i due piloti non sono riusciti a capire cosa stava succedendo. Una sciagura dunque causata dall’errore umano del comandante Stefanini, senza però sottovalutare le pessime condizioni metereologiche. Dopo l'incidente le autorità hanno immediatamente adottato alcune contromisure: piste obbligatoriamente dotate di un sistema di drenaggio, previsti più controlli e nuove normative per regolare le procedure di atterraggio sul bagnato. Novità anche per l'aeroporto di Congonhas, con la diminuzione di partenze e atterraggi giornalieri.

Il processo

Nel 2011 viene avviata un'indagine penale contro l'ex direttore dell'Agenzia nazionale per l'aviazione civile Denise Abreu, il direttore della sicurezza della Tam Marco Aurélio dos Santos de Miranda e il vicepresidente delle operazioni Tam Alberto Fajerman. Il processo inizia a San Paolo nel 2013: i pubblici ministeri chiedono 24 anni di reclusione per il reato di "attentato alla sicurezza del trasporto aereo". Nel maggio del 2015 il Tribunale federale assolve i tre imputati: per i giudici "non hanno agito con dolo".

Famiglie e associazioni dedicate alle vittime dell'incidente del volo Tam 3054 continuano a invocare giustizia.

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