Un vero e proprio commercio di violenza. Possiamo definire così la rete di crimini su commissione che è stata smontata dall’Europol con quasi 200 arresti in tutta Europa. Nel primo semestre di attività, la task force operativa Grimm ha portato a 193 il numero degli arresti effettuati nel Vecchio Continente, numeri che certificano una tendenza sempre più preoccupante: il ricorso al reclutamento di giovani per compiere atti violenti.
Nel rapporto si sottolinea che la squadra “ha compiuto progressi significativi nei suoi primi sei mesi di attività, arrestando 193 persone e smantellando le reti criminali responsabili della crescita del fenomeno della violenza come servizio (VaaS)”. Europol aggiunge che Grimm “ha svolto un ruolo fondamentale nel neutralizzare i gruppi della criminalità organizzata che reclutavano giovani per compiere atti violenti in tutta Europa”.
L’iniziativa è stata avviata nell’aprile 2025 per rispondere alla diffusione del cosiddetto VaaS, una pratica in cui gruppi criminali delegano azioni violente a terzi, spesso giovani con poca esperienza, vulnerabili e facilmente manipolabili. Il meccanismo è semplice: i giovani vengono contatti via chat sulle piattaforme più note attraverso profili usa e getta. A questi adolescenti vengono impartite istruzioni o imposte azioni che vanno dall’intimidazione alla tortura, fino all’omicidio. La dinamica - inizialmente osservata in Svezia all’inizio degli anni 2020 - coinvolge ormai diversi Paesi europei.
Il report accende i riflettori sui risultati operativi: 63 presunti autori materiali fermati, 40 facilitatori arrestati, 84 reclutatori individuati e bloccati e 6 istigatori finiti in manette, fra cui cinque considerati ad alto valore operativo. E attenzione: si tratta di una catena del crimine a basso rischio. Sì, perché i mandanti non incontrano mai di persona gli esecutori, tutto avviene attraverso delle chat che scompaiono nel nulla dopo pochi minuti.
Per contrastare il fenomeno, Grimm riunisce specialisti provenienti da numerose forze di polizia europee — tra cui Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia
e Regno Unito — oltre a esperti di Europol e rappresentanti di piattaforme online. L’obiettivo comune è limitare il reclutamento tramite social media e ostacolare la proliferazione dei servizi di violenza su commissione.