"Dobbiamo trovare un modo...": Così venivano pilotati gli eurodeputati: le intercettazioni di Panzeri e Giorgi

Telefonate determinanti per comprendere la natura dei movimenti e delle strategie messe in piedi da quella che sarebbe stata una vera e propria organizzazione malavitosa

L'ex europarlamentare Antonio Panzeri
L'ex europarlamentare Antonio Panzeri

Leggendo gli estratti delle intercettazioni telefoniche riguardanti le numerose conversazioni tenute da Antonio Panzeri e Francesco Giorgi si può percepire qual era l’influenza che queste persone avevano nei confronti di tanti europarlamentari. I soldi ritrovati e i preziosi regali hanno fatto comprendere la dimensione economica dello scandalo di Bruxelles, ma le telefonate, secondo gli inquirenti, sono risultate determinanti per comprendere la natura dei movimenti e delle strategie messe in piedi da quella che sarebbe stata una vera e propria organizzazione malavitosa. “Infiltrare e inquinare la democrazia europea”; era questo l’obiettivo dell'ex europarlamentare Panzeri e dei suoi sodali come ha scritto in maniera cruda il magistrato belga Micheal Claise.

Il condizionamento degli europarlamentari

Dalle intercettazioni è emerso un quadro fosco. Panzeri e Giorgi riuscivano, senza grossi problemi, a indirizzare molti europarlamentari, soprattutto gli italiani, spingendoli a seguire i loro voleri. Per il momento non si conoscono i nomi delle persone coinvolte, che ovviamente sono, come prevede la legge, coperti da omissis ma, qualora dovesse arrivare l’autorizzazione dal Parlamento europeo a renderli pubblici, un nuovo tsunami si abbatterebbe su Bruxelles. Al centro della vicenda spicca la figura dell’ambasciatore marocchino Abderrahim Atmoun con il quale Panzeri intratteneva rapporti molto stretti. Per gli investigatori i regali e i viaggi costosi pagati a tutta la famiglia arrivavano da questa fonte. "A proposito vengono pure mia figlia e il marito", aveva comunicato l'ex europarlamentare del Pd all'ambasciatore riferendosi a una vacanza da trascorrerre dal 27 a dicembre al 5 gennaio a Marrakech. "Anche lui. E dai sei un rompiscatole", era stata la risptsta scherzosa di Atmoun. Dalle telefonate sono usciti anche i nomi di Andrea e Maria che gli inquirenti associano all’eurodeputato del Pd Andrea Cozzolino e alla parlamentare europea Maria Arena che hanno un filo diretto con Panzeri e Giorgi. Soprattutto con l'Arena i rapporti erano di grande confidenza e complicità. "Conosci Nizza di Sicilia? È un paese a un'ora da Catania, c'è una piccola casa sul mare, la vendono a 40mila euro", ha riferito Panzeri all'auroparlamentare in una delle ultime telefonate.

Gli interventi a favore del Qatar

Panzeri e Giorgi, si evince dalle intercettazioni, hanno lavorato alacremente per manovrare gli interventi in Parlamento in favore del Qatar. Come riporta il quotidiano la Repubblica in particolare Giorgi si preoccupava di chiamare gli europarlamentari di riferimento per poi complimentarsi dopo il passaggio in aula. Una macchina perfettamente oleata che riceveva puntualmente il consenso dell’emirato. Anche la temuta plenaria sui diritti umani poco rispettati in Qatar, vissuta come uno spauracchio da Panzeri, alla fine è stata disinnescata. “Volevo solo parlarti perché nel gruppo si sta formando un certo atteggiamento di spinta per la plenaria riguardante il Qatar, e noi abbiamo risposto che c'è l'evento del 14 novembre… (quello sulla discussione sulle libertà civili, ndr).

Dobbiamo trovare un modo per calmare questa dimensione”, sono le parole preoccupate emerse dalle conversazioni telefoniche, ma alla fine tutto è rientrato. È bastato regalare alcuni biglietti delle partite top del mondiale di calcio per riportare all’ovile gli europarlamentari più scettici.

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