Cronaca internazionale

"Potete bruciare il Corano": in Svezia la sfida agli islamisti davanti alla moschea

La polizia svedese ha autorizzato una manifestazione questo pomeriggio nei pressi della moschea principale nel centro di Stoccolma che prevede il rogo di un Corano. Tensioni con Ankara

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Nuove tensioni religiose in Svezia. Le autorità hanno approvato una manifestazione, in programma questo pomeriggio, che prevede il rogo di un Corano fuori da una moschea nel centro di Stoccolma. L'evento, che rischia di provocare violente manifestazioni nella capitale e in tutto il Paese da parte della minoranza islamica, coincide con la festività musulmana di Eid-al-Adha, una delle più significative del calendario islamico. Il via libera è arrivato due settimane dopo che una corte d'appello svedese ha respinto il divieto di bruciare il Corano: la misura era stata decisa dalla polizia dopo che un estremista di destra aveva bruciato una copia del libro sacro islamico, lo scorso gennaio, provocando la reazione del primo ministro svedese, Ulf Kristersson, che ha definito il gesto come "profondamente irrispettoso". La protesta di oggi avverrà di fronte alla Moschea di Medborgarplatsen, nel quartiere centrale di Sodermalm a Stoccolma. Questa volta, però, non è l'estremista Rasmus Paludan a presentare la richiesta ma un uomo di 30 anni, ancora da identificare.

Le ripercussioni

La vicenda rischia di provocare profondi ripercussioni anche sul piano geopolitico. La decisione delle autorità svedesi di consentire una protesta così plateale potrebbe infatti ridurre le possibilità che la Svezia riesca a entrare nella Nato a causa delle obiezioni della Turchia. La Cnn rileva che i funzionari dell'Alleanza Atlantica sono impegnati in una corsa contro il tempo: l'11 luglio è in programma il prossimo vertice ufficiale della Nato e la Turchia non ha ancora dato il via libera all'ingresso di Stoccolma nell'Alleanza.

I funzionari temono che il mancato rispetto di questa scadenza possa inviare un messaggio umiliante e potenzialmente pericoloso agli avversari della Nato stessa, come la Federazione russa, l'Iran e la Cina. La Turchia - secondo potenza militare dell'alleanza, strategicamente importante per la sua posizione geografica - ha espresso numerose riserve in merito all'adesione della Svezia. Le relazioni tra i due Paesi, già complesse, sono precipitate quando una copia del corano è stata bruciata durante una manifestazione da un estremista di destra, lo scorso gennaio. L'episodio ha provocato la rabbia Ankara e della popolazione della capitale turca, scesa in strada per manifestare a sua volta contro il governo di Stoccolma.

La rabbia di Erdogan

Che l'episodio del Corano bruciato provochi delle serie conseguenze, è testimoniato anche dalle parole del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il quale, secondo quanto riferito dall'Ansa, ha definito "inaccettabile" il fatto che i sostenitori del Partito dei lavoratori del Kurdistan Pkk - organizzazione terroristica secondo Ankara e l'Unione europea - continuino a manifestare, reclutare personale e raccogliere finanziamenti liberamente in Svezia. Pur riconoscendo che qualche passo in avanti da Stoccolma è stato fatto, il presidente Erdogan, durante una telefonata con il premier tedesco Olaf Scholz, ha sottolineato che rimane "impossibile da accettare" il fatto che i sostenitori del Pkk possano manifestare liberamente in territorio svedese.La Turchia ha affermato che la Svezia ospita membri dell'organizzazione terroristica curda - un'accusa che la Svezia nega - e ha chiesto la loro estradizione come passo verso la ratifica dell'adesione della Svezia.

La manifestazione anti-islam di oggi rischia di allontanare definitivamente Stoccolma dalla Nato.

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