Cronaca internazionale

"No all'estradizione verso la Turchia". Lo schiaffo della Svezia che può costare la Nato

La Corte Suprema svedese ha negato l'estradizione in Turchia del giornalista Bulent Kenes. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva personalmente richiesto la sua estradizione per dare il via libera all'ingresso della Svezia nella Nato

"No all'estradizione verso la Turchia". Lo schiaffo della Svezia che può costare la Nato
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Potrebbe complicarsi l'ingresso di Svezia nella Nato. Molto dipenderà dalla reazione della Turchia all'ultima decisione della Corte Suprema di Stoccolma, che ha bocciato la richiesta di estradizione in terra turca di un giornalista definito da Ankara un "terrorista" e richiesto espressamente da Recep Tayyip Erdogan per concedere il via libera della nazione svedese nell'Alleanza Atlantica.

Il no della Svezia

Il giornalista in questione è Bulent Kenes. Il suo caso è particolarmente importante, visto che una delle condizioni poste da Erdogan per assecondare l'ingresso della Svezia della Nato riguardava proprio la restituzione di Kenes da parte delle autorità svedesi. Ebbene, la Corte Suprema di Stoccolma ha respinto la richiesta turca.

L'Alta corte, che è quella che decide sui ricorsi contro le estradizioni, ha sostenuto che ci sono "diversi ostacoli" alla consegna del giornalista alle autorità turche. In particolare, in un comunicato stampa, la stessa Alta Corte ha scritto che nei confronti di Kenes vi sarebbe il rischio di persecuzione a causa delle opinioni politiche personali.

"È chiaro che in questo caso ci sono diversi ostacoli all'estradizione. Si applica il principio che non sussiste il requisito della doppia incriminabilità per quanto riguarda l'unico sospetto penale", ha sottolineato il ministro della Giustizia svedese Petter Asp. "In nessun caso la Svezia può soddisfare la richiesta della Turchia di deportare il giornalista turco in esilio Bülent Keneş e continuare a definirsi una nazione democratica governata dallo stato di diritto", si era precedentemente espresso il Comitato per la protezione dei giornalisti.

Dopo il parere della Corte Suprema, l'esecutivo di Stoccolma non potrà estradare Kenes in Turchia. Ricordiamo che il governo di Ankara accusa Kenes di essere complice del tentativo di golpe del 2016 e di far parte del movimento di Fethullah Gulen. È proprio quest'ultimo - predicatore, politologo e studioso dell'Islam, in esilio volontario dal 1999 negli Stati Uniti - che Erdogan ritiene colpevole del tentativo di colpo di Stato.

Che cosa farà Erdogan?

Durante la visita del primo ministro svedese Ulf Kristersson ad Ankara, lo scorso novembre, il presidente turco era stato chiaro dichiarando - quando gli era stato chiesto quali richieste avesse la Turchia per dare il via libera alla candidatura della Svezia nella Nato - che era della massima importanza che Bulent Kenes fosse estradato in Turchia.

Svezia e Finlandia hanno presentato domanda di adesione al blocco di sicurezza occidentale in seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio. La Turchia e l'Ungheria sono gli unici paesi che non hanno ratificato la loro adesione. La Turchia, in particolare, ha una lunga lista di richieste, tra cui il ritorno di dozzine di persone che ha accusato di terrorismo.

Kenes è proprio uno dei profili richiesti da Ankara. L'uomo dirigeva un giornale in lingua inglese pro-Gulen prima di fuggire in Svezia pochi giorni dopo il putsch fallito. "Deportare questo terrorista in Turchia è molto importante per noi", ha più volte ripetuto Erdogan alla controparte svedese.

La fumata nera arrivata da Stoccolma potrebbe adesso spingere il leader turco a stoppare l'adesione svedese nella Nato.

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