
Il volo dalla base estone e la missione in Polonia, pronto a difendere gli alleati. A quanto si apprende l'aereo da ricognizione italiano Gulfstream G550-Caew è partito dalla base di Amari alle 00.47 e insieme ad altri assetti alleati si è diretto verso il confine tra Russia ed Europa, dove diversi droni di Mosca hanno violato lo spazio aereo polacco. "Gli aerei italiani fanno parte della Nato e sono pronti a difendere gli alleati come ci aspettiamo gli alleati farebbero se a essere minacciata fosse l'Italia" il messaggio del ministro Guido Crosetto.
Situata a pochi chilometri dalla capitale Tallinn, Amari ospita la Task force air italiana nell'ambito dell'operazione "Baltic Eagle III". Il G-550 CAEW dell'Aeronautica Militare è partito da lì poco prima dell'1 e ha spento i trasponder, impedendo così di essere tracciato. Poi, alle 7.54, è riapparso nei pressi della base estone. Si tratta di un sistema multi-sensore progettato e costruito in Israele con funzioni di sorveglianza aerea, comando, controllo e comunicazioni. L'elemento principale è il radar a scansione elettronica installato sulla cellula e integrato con ulteriori apparati elettronici, così da assicurare un'alta "situational awareness" in tempo reale, a 360° e su lunghe distanze.
A Londra per la riunione ministeriale E5, Crosetto ha confermato la partecipazione del velivolo alla risposta "collettiva" allo sconfinamento dei droni russi. "La Nato è unita o non è" ha sottolineato il titolare della Difesa, ricordando che l'aereo in questione si leva in volo "ogni sera" sul fronte orientale dell'Alleanza. Il Gulfstream G550-Caew fa parte di "un contingente" dell'Alleanza Atlantica dislocato sul fianco est con il contributo di vari Paesi e il suo impiego è stato disposto dalla Nato, non dal governo italiano. Crosetto ha poi condiviso la dura condanna dell'azione di Mosca nei cieli polacchi, definita una minaccia "inaccettabile e senza precedenti" oltre le frontiere di un Paese Nato. "È un fatto gravissimo", ha rincarato la dofese, evidenziando che agli alleati occidentali "non interessa se sia stato un test, una provocazione o altro" da parte di Putin: ciò che conta è che la Nato si sia mostrata "pronta a reagire" collettivamente e unitariamente.
Nella riunione londinese si è discusso anche di guerra ibrida e Crosetto ha sottolineato che sotto questo profilo "la Russia è in guerra anche con noi". Il ministro ha posto l'accento sull'impegno di Roma contro "gli attacchi hacker" e "la guerra all'informazione" imputati a Mosca: attacchi "alle nostre democrazie non diversi" da quelli militari di cui "vediamo evidenza ogni giorno contro l'Ucraina". Nel corso della conferenza stampa Crosetto ha ribadito l'importanza degli investimenti nella difesa: per alcuni "è una scelta anti-pacifista", ha spiegato, ma invece è qualcosa di vitale "per la sicurezza" e la pace.
Sul punto ha sottolineato come dopo il vertice russo-americano di agosto in Alaska, Putin abbia scatenato "un'escalation senza precedenti" contro Kiev, in netto contrasto con la disponibilità negoziale evocata a parole. "Qualcuno ci deve spiegare cos'altro si può fare se non rafforzare il sostegno", la chiosa del ministro.