
Madrid ancora teatro di alta tensione, segnata dalle imponenti proteste pro-Palestina che hanno portato all’annullamento della tappa finale della Vuelta di Spagna. Secondo le autorità locali, oltre 100.000 persone hanno riempito le strade della capitale per contestare la presenza del team Israel Premier Tech, in un’ondata di mobilitazioni che ha messo a dura prova le forze dell’ordine. Il ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska, ha difeso l’operato della polizia, definendolo “assolutamente professionale”, paragonando lo spiegamento di uomini e mezzi a quello della conferenza NATO del 2022 e sottolineando che i cittadini hanno potuto esercitare il diritto a manifestare senza compromettere la sicurezza pubblica.
Diversa la posizione degli organizzatori della corsa: il direttore della Vuelta, Javier Guillén, ha parlato di “giornata inaccettabile”, denunciando che il diritto a protestare non può impedire agli atleti di competere. La vicepremier Yolanda Díaz ha invece elogiato le mobilitazioni, definendo la Spagna un “esempio nella difesa dei diritti umani” e ribadendo che “Israele non può essere normalizzato in eventi sportivi e culturali”. Sul fronte politico estero, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha criticato le parole del premier Pedro Sánchez, contrario all’idea di “essere fieri di chi assalta il Giro di Spagna”, e ha messo in guardia anche sull’iniziativa della Global Sumud Flotilla, ricordando che chi vi partecipa “lo fa a proprio rischio e pericolo”.
Anche il leader di Vox Santiago Abascal si è scagliato contro il premier spagnolo "Lo psicopatico ha mandato le sue milizie in strada", ha scritto Abascal su X. "Non gli importa nulla di Gaza. Non gli importa nulla della Spagna. Non gli importa nulla di nulla. Ma vuole la violenza nelle strade per mantenere il potere. Ha bisogno dei suoi terroristi di strada perché quando vede il vero popolo, come a Paiporta, scappa come un miserabile", ha aggiunto, in riferimento a quando Sanchez venne insultato durante la visita con i reali di Spagna nelle zone più colpite dalla Dana a Valencia.
La protesta, che ha causato due arresti e 22 feriti lievi, ha dunque sollevato un acceso dibattito tra chi rivendica la legittimità della mobilitazione per Gaza e chi denuncia un inaccettabile cortocircuito tra sport e politica. Sul piano agonistico, Jonas Vingegaard (Visma-Lease a Bike) è stato comunque confermato vincitore della Vuelta, grazie alla neutralizzazione dei tempi registrati al chilometro 44 della gara. La Vuelta 2025 si è chiusa in un clima surreale, più vicino a una corsa amatoriale che a uno dei tre Grandi Giri del ciclismo mondiale.
Non solo il traguardo è saltato, ma persino la premiazione si è trasformata in un’immagine simbolo del fallimento organizzativo: niente podio ufficiale, niente scenografia da grande evento, ma una cerimonia improvvisata nel parcheggio dell’hotel delle squadre Visma | Lease a Bike e Q36.5. Con un telone di sponsor appeso al fianco di un van e alcuni frigoriferi usati come podio, Vingegaard, João Almeida e Tom Pidcock hanno alzato i trofei davanti alle telecamere.