Cronaca locale

16enne folgorata nella vasca, il caricabatterie del telefono non era a norma

Per la morte di Maria Antonietta Cutillo, di Montefalcione, in provincia di Avellino, sono indagati cinque imprenditori, di cui quattro cinesi

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È morta la sera del 2 maggio scorso, quando il telefono cellulare, sotto carica, è scivolato nella vasca da bagno, dove lei si trovava. Dopo più di quattro mesi, la Procura di Avellino fa chiarezza: il caricabatterie, prodotto e importato in Italia dalla Cina, aveva un difetto di fabbricazione che riguardava un componente interno, il condensatore ceramico a disco, così cinque imprenditori, di cui quattro di nazionalità cinese, con sedi a Calenzano (Firenze), Sesto Fiorentino (Firenze) e Pontedera (Pisa), e a Trezzano sul Naviglio, nel Milanese, sono indagati per omicidio colposo, oltre che per frode in commercio e vendita di prodotti industriali con marchi mendaci.

Quella sera, la 16enne di Montefalcione, in provincia di Avellino, ha preso il telefono, ancora collegato al cavo del caricabatteria, per fare una videochiamata alla sua migliore amica, ma il cellulare è scivolato nell’acqua e lei è morta folgorata.

A lanciare l’allarme era stata proprio l’amica, che aveva entito l’urlo straziante di Maria Antonietta e assistito all’interruzione improvvisa della comunicazione. Nelle sedi degli imprenditori indagati, i carabinieri di Mirabella Eclano hanno sequestrato un gran numero di caricabatterie simili a quello che, secondo i carabinieri del Racis (Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche) avrebbe provocato la morte della giovane.

La Procura di Avellino, attraverso il pm Vincenzo Toscana, che coordina l'inchiesta, ha disposto anche una serie di controlli a tappeto sul territorio di propria competenza negli esercizi commerciali, italiani e stranieri, che vendono apparecchiature elettriche per telefonini, a cominciare dai caricabatterie. La tragedia di Maria Antonietta scosse la provincia di Avellino e la comunità di Montefalcione. La giovane era abbastanza conosciuta: frequentava il secondo anno all'istituto alberghiero del capoluogo irpino e aveva già scelto l'indirizzo enogastronomico per il triennio successivo. Sognava di diventare una chef "come quelli che compaiono in televisione", diceva spesso ad amici e insegnanti, che la ricordano ancora come una ragazza solare, studiosa, ricca di curiosità e gioia di vivere.

Quando non era impegnata a studiare, aiutava il padre, che gestisce una macelleria. Ancora oggi per chi la conosceva è difficile accettare la sua prematura scomparsa e il modo in cui è successo. I suoi vicini di casa la ricordano come una persona speciale, molto legata alla famiglia, la figlia che tutti avrebbero voluto avere.

Dopo quattro mesi di indagini tutte le altre ipotesi che erano state messe in campo sono cadute: dal phon scivolato in acqua al telefonino che avrebbe provocato la scossa elettrica.

Se il caricabatterie fosse stato a norma, scrivono nella loro relazione i carabinieri del Reparto tecnologie informatiche, Maria Antonietta sarebbe ancora viva.

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